Il Canone Rai è la tassa più odiata dagli italiani. Per chi possiede una TV è un vero incubo in bolletta che si presenta ogni due mesi. Qualcuno però spinge per l’abolizione totale. Scopriamo insieme cosa bolle in pentola e come possiamo fare per evitare questa imposta che pesa come un macigno sulle tasche dei contribuenti. Anche perché, a dirla tutta, il servizio offerto sembra peggiorare sempre di più.
Canone Rai: il Codacons lo abolirebbe
“Riteniamo che i tempi siano oramai maturi per procedere a una abolizione totale del Canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria“.
Sono queste le parole forti spese dal Codacons in una sua nota ufficiale diramata in occasione delle voci di corridoi per cui presto il Canone Rai sarà tolto dalla bolletta. L’associazione lo ha definito “una vera e propria vessazione a danno degli utenti, che si sono ritrovati a pagare bollette più salate a causa della decisione del governo Renzi“.
Una posizione dura, ma determinata quella del Codacons. In pratica, il Canone Rai non solo dovrebbe essere tolto dalla bolletta, ma anche dalle tasse che un italiano deve versare.
Non è d’accordo Usigrai
Parole completamente opposte sono quelle dell’Usigrai, l’Unione Sindacale Giornalisti Rai, secondo la quale togliere il Canone dalla bolletta sarebbe un grave errore. “Un danno di decine di milioni di euro” avrebbe affermato.
Nondimeno, in una nota diramata da Usigrai si sente il sapore di un certo malcontento sulla gestione del Canone Rai:
“Il canone in bolletta ha eliminato l’evasione e ha aumentato le entrate per lo Stato, ma è stato un provvedimento che non ha aumentato le risorse a disposizione della Rai. È bene che i cittadini sappiano che soldi che loro sono convinti di pagare per finanziare la Rai Servizio Pubblico vengono in realtà trattenuti dallo Stato per altri scopi. Sarebbe ora di finirla con la demagogia sulla Rai e aprire una discussione seria sulla missione, e quindi anche sulle risorse certe, adeguate e necessarie al Servizio Pubblico“.