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Il ciclo di vita del vaccino di AstraZeneca sembra essere uguale sostanzialmente in tutti i paesi in cui si decide di usarlo. Prima, previa analisi delle informazioni scientifiche in merito, viene approvato. Dopo di che, ovviamente, iniziano le somministrazioni finché non arrivano i primi casi di coaguli di sangue, l’effetto collaterale che più spaventa di tale trattamento. Una volta identificati tali casi ecco che viene bloccato.

È successo di nuovo, questa volta in Cile. Dopo che le autorità sanitaria hanno individuato un uomo che ha sviluppato un coagulo di sangue a causa del vaccino di AstraZeneca. Il risultato è che quest’ultimo è stato bloccato come uso per le secondi dosi ed è stata alzata l’età minima per riceverlo, da 18 a 45 anni.

 

AstraZeneca: un altro paese ne blocca momentaneamente la somministrazione

Il Cile ci ha sostanzialmente messo un mese a registrare i primi casi di coaguli di sangue anche perché il vaccino è arrivato solo di recente nel paese. Di fatto, la maggior parte della popolazione aveva già ricevuto le dosi di altri vaccini in precedenza, soprattutto uno dei vaccini cinesi. Il caso dell’uomo che ha sviluppato il coagulo di sangue a causa del vaccino di AstraZeneca aveva mostrato i soliti sintomi come la conta di piastrine basse.

Un solo caso è assolutamente plausibile come dato statistico in quanto finora sono state somministrate soltanto 56.000 dosi e si è visto che con la prima dose l’incidenza è assolutamente questa. Con la seconda dose invece la possibilità scende di parecchio arrivando a un caso ogni 600.000 dosi somministrate.

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