E’ il caso bancario del momento, e non potrebbe essere altrimenti visto che si parla di uno dei maggiori operatori mondiali nell’ambito del processamento dei pagamenti.

Una sorta di PayPal tedesca, fondata nel ’99 per interrompere il dominio degli americani in questo ambito, che effettivamente era riuscita a macinare successi in vent’anni di permanenza nel settore. Ma pochi giorni fa, la denuncia: il revisore dei conti dell’azienda, la Ernst & Young, ha lanciato l’allarme per la scomparsa di due miliardi di euro dai conti dell’azienda. Uno scandalo scoppiato nel giro di poche ore, dunque, perché quei soldi – depositati in fondi nelle Filippine – si sono letteralmente volatilizzati senza lasciare alcuna traccia: non si sa chi li abbia prelevati, e neanche se siano mai esistiti in realtà.

Ma perché mai la vicenda di un operatore tedesco dovrebbe intaccare la serenità degli utenti italiani? Perché la società Wirecard operava anche in Italia, processando pagamenti nientemeno che dei circuiti Sisalpay e Soldo.

Da un momento all’altro molti clienti che utilizzano questi servizi si sono ritrovati a non poter più accedere al proprio denaro.

Caso Wirecard, quali rischi per i conti correnti

L’azienda e gli operatori dell’assistenza clienti Sisalpay e Soldo hanno rassicurato i risparmiatori sul fatto che il saldo sui conti sia rimasto intatto. L’unico enorme problema, in questo momento, corrisponde all’impossibilità di effettuare operazioni: qui sta il vero grattacapo.

I clienti, infatti, non solo non possono accedere al proprio saldo e utilizzare il proprio denaro, ma si ritrovano anche a non poter ricevere bonifici e accrediti, come stipendi, pensioni o – proprio in questo momento in cui sarebbe così vitale – bonus elargiti dallo Stato a sostegno delle famiglie più colpite da questo periodo di crisi.

Una situazione di enorme disagio all’interno di un contesto non certamente sereno, come quello che abbiamo vissuto in questo anno così insolito.

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