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Huawei si trova in una situazione veramente delicata e scomoda. Finora sembra aver reagito molto più che bene all’assalto degli Stati Uniti. L’inserimento all’interno della lista delle entità è stato un danno più per le compagnie statunitensi che per il colosso. La perdita della licenza di Android ha solo accelerato un processo che era già in cantiere. La nuova minaccia è di tutt’altra entità però.

L’impossibilità di usare le fonderie di TSMC per produrre chip sarebbe una perdita pesante. Se è vero che Huawei sviluppa da sola i propri processori grazie alla divisione HiSilicon, i Kirin non vengono prodotti in casa, ma nei poli produttivi della società taiwanese.

Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno fatto sempre più ingerenze in questo mercato mettendo forti pressioni a TSMC che sembra aver chiuso la porta a Huawei. Disperata, il colosso cinese si sta rivolgendo a MediaTek, ma non per la produzione, per bypassare il divieto. Vorrebbe comprare i semiconduttori di TSMC tramite loro.

Huawei e la guerra senza fine con gli Stati Uniti

Se prima sembrava una soap opera, ora si tratta di una guerra commerciale molto aspra. Impedire alla società di usare le solite fonderie per la produzione dei Kirin potrebbe affossare tutti i traguardi raggiunti negli ultimi marchi. Altro che perdere il secondo posto del mercato davanti ad Apple e dietro Samsung. Qui si parla di sprofondare.

Consapevole che questo momento sarebbe potuto avvenire, Huawei ha negli ultimi due anni fatto scorta di componenti e chip, ma molti di questi sono ormai già obsoleti e non bastano rimanere così in alto nel mercato degli smartphone.

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