Il Decreto Salva Imprese nato per sostenere le attività durante il lockdown, fa temere un vero e proprio assalto agli sportelli bancari da parte di coloro che possono chiedere prestiti così come previsto dal Governo. I sindacati dei dipendenti delle banche sottolineano la delicatezza del momento e si rivolgono al Ministero dell’Interno per ottenere aiuto in caso di disordine pubblico. La preoccupazione non è priva di fondamento soprattutto perché le banche non sono al momento pronte ad attivare i finanziamenti previsti dal Decreto.
Inoltre i sindacati chiedono una normativa trasparente in materia perché i prestiti di cui parla il Governo non sono destinati a tutti. Che il momento economico sia particolare ed alcuni cittadini possano rivelarsi facinorosi è già risultato evidente con il caos relativo alla distribuzione del bonus da 600 euro destinata alle Partite Iva. La differenza rispetto a questa situazione è che la furia dei cittadini questa volta non troverà un sito su cui inveire, bensì degli impiegati in carne ed ossa.
Cosa prevede il Decreto Salva Imprese?
Il Governo, nell’ambito delle politiche volte a sostenere i lavoratori, ha deciso di concedere ai titolari di imprese finanziamenti fino ad un massimo di 25 mila euro. Una misura che ha il chiaro obiettivo di far ripartire le aziende dopo le perdite economiche causate dal lockdown e destinata alle imprese con ricavi annui sopra i 100 mila euro. Già questo vincolo costituisce una discriminante, per la quale non tutti i titolari d’impresa potranno richiedere questo tipo di finanziamento. Oltre a questo requisito, un altro motivo per cui non è possibile fare domanda è se si è già sottoscrittori di prestiti che non siamo in grado di rimborsare.
Detto questo sarà cura degli istituti bancari organizzarsi per seguire delle specifiche procedure per l’erogazione del finanziamento governativo. Il timore dei sindacati risiede proprio nella possibilità che alcune richieste vengano respinte e visto il clima infuocato di questi giorni la preoccupazione è rivolta soprattutto agli sportellisti. Il Ministero dell’Interno si dice consapevole del problema e dichiara di essere pronto a mobilitare le autorità competenti a tutela di coloro che saranno in prima fila in questa situazione.