Tutti noi stiamo seguendo gli sviluppi del Coronavirus dai nostri Personal Computer e dai nostri smartphone. Ma se fosse proprio la nuova causa contro il virus a seguire noi? La priorità assoluta resta il monitoraggio del contagio ma è bene che un’informativa sconsiderata non prenda mai il sopravvento sulle nostre vite.
I teorici della cospirazione pensano che l’uso dell’app per tracciare infetti possa diventare un pretesto bello e buono per scavare nei nostri dati e nelle nostre abitudini quotidiane. La Protezione Civile, in collaborazione con la Regione Lombardia, ha realizzato una nuova app. Sebbene utile a definire il limite delle persone infette potrebbe rappresentare (a detta di molti) un rischio per quella che dovrebbe essere la nostra privacy. Vediamo insieme quali sono i timori delle persone.
App che traccia lo smartphone: la situazione dopo la pubblicazione del questionario
Monitorare è senz’altro un bene dopo la ripresa dell’infezione in Cina, là dove tutto era iniziato. Il contagio si era bloccato ma con la ripresa delle attività e man forte per riportare tutto alla normalità per la popolazione si è assistito ad un timido restart dell’infezione. L’Italia non vuole ricadere nella medesima situazione dopo il picco di infezione degli ultimi giorni.
Allo scopo di tutelare il popolo è stata creata una piattaforma ex-novo per l’analisi dei cittadini. Accoglie un questionario informativo in cui si indicano generalità e si richiedono informazioni essenziali sui contatti intrattenuti con personale potenzialmente infetto. Una strategia preventiva guidata dalla necessità di limitare al minimo i rischi da esposizione al Covid-19.
Dopo un iniziale timore per l’uso sconsiderato delle informazioni personali si è ottenuto il via libera per l’uso dell’utility da parte del Garante della Privacy Antonello Soro che ha parlato di rischio zero circa una potenziale diffusione esterna dei dati sensibili.
Non si registra nessuna violazione per i diritti fondamentali dei cittadini. Il tutto a patto che tale rassegna informativa si limiti entro i tempi relativi all’emergenza sanitaria.