Le leggi sulla privacy saranno sempre un argomento dibattuto. Le corporazioni, i governi e i cittadini hanno opinioni differenti a riguardo. Le nuove ditte tecnologiche con sede negli Stati Uniti cederanno al Regno Unito l’accesso ai dati personali degli utenti di alcune app e aziende tecnologiche.

Trattasi dell’accordo CLOUD Act tra Stati Uniti e Regno Unito. Il CLOUD Act, in vigore dallo scorso marzo, è un conglomerato della legislazione federale che si riduce a quanto segue. Le società tecnologiche con sede negli Stati Uniti forniranno dati al governo, anche se i dati non sono sul suolo americano. Questa nuova legislazione non garantisce alle entità governative l’accesso a qualsiasi cosa. I messaggi e allegati crittografati sono ancora al sicuro da occhi indiscreti. Una volta firmato questo trattato, i tribunali statunitensi avranno più autorità. Ciò significa che informazioni personali – come il tuo indirizzo IP, l’elenco dei contatti, i numeri di telefono e le foto degli avatar – diventeranno accessibili per i governi.

Cloud Act: privacy a rischio, gli USA permetteranno l’accesso ai dati personali degli utenti

La legge CLOUD, tuttavia, prevede che si possa sempre chiedere a un giudice americano di adottare alcuni cambiamenti. Il CLOUD Act, quasi in concomitanza con quello tra Microsoft e gli Stati Uniti, segna un momento fondamentale nella legge federale e internazionale sulla sorveglianza. Alcuni rapporti precedenti hanno erroneamente affermato che i dati crittografati di Facebook e WhatsApp, sebbene tali dati siano certamente di interesse per i governi, non fanno parte del trattato. Il Cloud Act non include alcuna disposizione che richieda backdoor di crittografia o che vieti l’uso della crittografia da parte dei consumatori.

L’accordo aveva il supporto di Microsoft, Apple e Google. Tuttavia, molti gruppi per i diritti civili ritengono che la legge costituisca una violazione dei diritti alla privacy, soprattutto se hai effettuato l’accesso ai servizi coinvolti da altri Paesi. Anche se potremmo non essere d’accordo su quante informazioni dovrebbero essere condivise, possiamo tutti concordare sul fatto che questo problema non scomparirà presto.

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