renault-problemi-motoreRenault è ancora al centro dell’attenzione per lo scandalo che sta popolando riviste e quotidiani italiani dove si cita un malfunzionamento motore che riguarda oltre 400.000 vetture di varie marche. Si discute a proposito di un problema tecnico emerso dopo le analisi condotte sull’allestimento benzina di cilindrata 1.2. Se ne parla ovunque, con il mensile francese QueChoisir che segnala una società incline agli scandali. Pare che la compagnia si stia rifiutando di ammettere le sue colpe per un problema davvero importante. Si rifiuta di sostituire le parti malfunzionanti. Vale a dire che coloro che hanno già acquistato le auto non ottengono i rimborsi. Facciamo chiarezza su questo nuovo caso.

 

Renault: queste auto potrebbero essere molto pericolose. Ecco i modelli da cui stare in guardia

Le auto coinvolte nel bug al motore sarebbero oltre 400.000. A discutere di questa scioccante fase negativa di mercato sono i giornali francesi e locali che parlano delle problematiche componenti H5FT introdotte a partire dal 2018. Il problema riguarda anche noi italiani, ora soggetti alla rottura meccanica del motore senza alcun preavviso. Si registra un consumo di olio anomalo che causa una inadeguata lubrificazione delle parti interne e quindi il distacco imminente delle componenti.

I clienti che hanno già osservato tale problema hanno tentato di contattare la casa madre che, in tutta risposta, ha negato ogni possibile responsabilità, delegando quest’ultima ai clienti poco attenti alla manutenzione periodica ed alla cura del veicolo. La società non riconosce il problema e nega sostituzione o rimborso. I modelli nel quadro drammatico sono i seguenti:

  • Renault richiamerà i seguenti modelli: Captur, Clio 4, Kangoo II, Kadjar, Scenic III, Megane III, Grand Scenic III;
  • Dacia dovrà richiamare: Duster, Lodgy e Dokker;
  • La Nissan richiamerà i seguenti modelli: Pulsar, Juke e Qashqai.
  • La Mercedes dovrà richiamare invece la Citan.

La portata del danno ammonta a 10.000 euro con riparazioni a carico del’automobilista distratto, ora accusato formalmente di utilizzo difforme alle specifiche del mezzo.

Articolo precedenteVodafone, insieme al 5G arriva un altro servizio per milioni di abbonati
Articolo successivoWhatsApp: delusione con l’ultimo aggiornamento, gli utenti sono furiosi