telefonia mobile

Una ricerca di Altroconsumo ha messo in guardia gli utenti di telefonia mobile da contratti poco trasparenti dal punto di vista dei costi nascosti. Visitando i negozi di 11 operatori valutati dal famoso portale a fianco dei consumatori, ben otto non hanno passato il test per rendere chiaro da subito al cliente quanto potrà pagare al mese. Se vi recate in un negozio di telefonia, quindi, non sapete con quale contratto ne uscirete.

Su una scala da 1 a 5 punti, soltanto Coop Voce ha strappato la sufficienza, seguito da vicino da Tiscali e ho. Mobile. E il resto? Tutti gli altri, compresi Wind Tre e Iliad, sono bocciati, con Vodafone, TIM e Kena Mobile tra i peggiori.

Telefonia mobile: meglio gli operatori virtuali, ma quante imprecisioni

Dunque nella telefonia mobile, offerte semplici come quelle di Coop Voce e ho.Mobile non nascondono sorprese: inoltre, non ci sono canoni extra soglia né penali di uscita per recesso anticipato. Oscure ai clienti sono le offerte più articolate degli altri operatori, soprattutto quando le tariffe variano in base alla soluzioni di pagamento scelta (vedi Vodafone).

Spesso è scoraggiante l’esperienza con gli addetti nei negozi, i quali non sanno dire quanto costano i Giga di traffico extra nel caso si finiscano quelli inclusi nel pacchetto mensile. Allo stesso modo, non hanno risposte in merito al costo di SMS o minuti aggiuntivi. Le informazioni sui costi extra so­glia arrivano quasi sempre dietro esplicita richiesta del cliente. In questo ambito falliscono tutti gli operatori, compreso Iliad. 

Mentre noi siamo molto attenti a comunicarvi il nome della nuova offerta in arrivo, spesso i negozianti non sanno neanche di cosa parlano o mancano del ma­teriale informativo necessario. Per non parlare del delicato momento di scegliere un piano ricaricabile o uno in abbonamento con addebito su carta di credito o conto corrente. Quando anche le due tariffe non differivano per nulla tra loro, molti utenti hanno segnalato che i negozianti hanno spinto per attivare il piano con addebito diretto.

Infine, fatto ancora più grave, ci sono casi in cui gli utenti non hanno ricevuto la documentazione contrattuale, quando invece è necessaria anche per far valere i propri diritti.

FONTEAltroconsumo
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