app Android iOS furto dati hackerAndroid ed iOS vendono i nostri dati. Secondo quanto emerso da un’indagine portata alla luce dalle pagine del New York Times ci sarebbero almeno 17 app per smartphone responsabili di rivendita dati verso aziende di terze parti. I test hanno evidenziato i resoconti sulle analisi di 20 app mobile segnalate dai ricercatori di sicurezza. WeatherBug è la più gettonata e pare abbia rapporti con almeno 40 delle 70 aziende coinvolte.

 

App Android ed iOS vendono i dati degli utenti: l’indagine

I dati raccolti dalle applicazioni Android ed iOS sono in forma anonima ma le aziende coinvolte hanno avuto pieno accesso ai nostri dati sensibili. Si tratta per lo più di informazioni relative alla posizione che hanno tracciato tutti i nostri movimenti contro il nostro consenso. A quanto pare le aziende non hanno alcun interesse a risalire all’identità reale dei soggetti. Comunque la vicenda è sufficiente a sollevare non poche preoccupazioni. Il Times, ad esempio, è riuscito a venire a capo del nome di un utente osservando gli spostamenti casa-lavoro dal suo smartphone Android. Stesso discorso per un altro gruppo selezionato di persone. Inquietante.

Le implicazioni di una vicenda simile non destano interesse in coloro che non hanno nulla da nascondere ma possono diventare un vero problema in alcune situazioni. Si pensi ad esempio a dirigenti di alto rango o a personalità militari e della pubblica sicurezza. Un hacker malintenzionato potrebbe accedere al database ed intercettare gli spostamenti per poi colpire nel momento opportuno lontano da occhi indiscreti.

 

Come vengono usati i nostri dati Android ed iOS e perché

La mole di dati raccolti è incredibile. Gli sviluppatori giustificano tale raccolta con la necessità di offrire un servizio migliore che consenta di personalizzare l’esperienza di utilizzo rendendola idonea ai propri interessi. Una mezza verità insomma, o una menzogna. Questione di punti di vista, almeno per quanto riguarda le app theScore e The Weather Channel.

Il database analizzato dal Times è datato 2017 ed ha offerto dati estremamente precisi sulla posizione, con un errore approssimato a pochi metri per sistemi che hanno tracciato i dati 14.000 volte al giorno per ogni applicazione. Le sole 3 app citate sono state scaricate oltre 120 milioni di volte. Il database di analisi include oltre 235 milioni di registrazioni provenienti da più di 1,2 milioni di smartphone. Un bacino di dati molto vasto.

Il problema vero e proprio è che è facile condividere i dati sensibili senza rendersene conto. Ciò che non viene specificato è che questi vengono venduti al miglior offerente. Pratiche sempre più diffuse che in Europa vengono contrastate tramite l’applicazione del GDPR, ultimo esempio di un sistema che è anche al vaglio degli USA dove sempre maggiore è l’impatto negativo di queste app corrotte.

Nel frattempo in Europa ha fatto scalpore un nuovo stupefacente attacco hacker che abbiamo definito cinematografico. Provate a scoprire come sono riusciti a rubare dati e soldi dai conti correnti.

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