link tax ItaliaL’Unione Europea potrebbe approvare una nuova misura obbligatoria per i contenuti online e, nello specifico, per i link su Internet ed i filtri online. Si parla della possibilità di introdurre una riforma del copyright che lede pesantemente i diritti e le libertà di noi nativi digitali.

Ad emergere controcorrente sulle nuove disposizioni è stata la parlamentare europea Julia Reda del Partito Pirata Tedesco, che ha espresso tutto il suo disappunto nei confronti di una manovra in corso d’approvazione al Parlamento Europeo.

 

Link Tax: addio libertà digitale

Dopo l’entrata in vigore del nuovo GDPR 2018 ci si sta muovendo in direzione di una regolamentazione comunitaria che in qualche modo lede le libertà digitali dei cittadini, costretti ad affrontare le potenziali limitazioni di un sistema che applicherà misure decisamente restrittive. Sistema che è stato messo in discussione da Reda, che in una sua nota riferisce:

“Dove nel caso del GDPR le istituzioni europee hanno fatto molti cambiamenti contro gli sforzi concertati delle lobby dei grandi interessi commerciali, nella riforma del copyright stanno per dare loro esattamente quello che vogliono”

Uno degli argomenti cardine di questo contesto è il cosiddetto Link Tax, nato in risposta alle proteste avanzate dagli editor online per le mancate remunerazioni potenzialmente derivanti dai link pubblicati su Google nei risultati di ricerca.

L’attuale programma, ancora in bozza, potrebbe portare alla richiesta di un compenso ai motori di ricerca per la visualizzazione dei contenuti fino ad un tempo limite di 1 anno dalla data di effettiva pubblicazione. Stessa sorte anche per articoli parziali e notizie, sebbene i parametri d’applicazione in relazione alla lunghezza ed all’originalità dei contenuti restino ancora da definirsi.

La notizia viene accolta con un certo riserbo da una fascia larga d’utenza, anche se molti editori accolgono con favore la nuova norma. Si consideri che in Spagna Google News ha chiuso, mentre in Germania si è ritornati indietro dopo una drastica riduzione della visibilità online. L’associazione dei consumatori europei (BEUC) riferisce al riguardo che:

“Se adottato obbligherebbe Google, Facebook e altre piattaforme a concludere accordi con i detentori di diritti e creatori per qualsiasi tipo di video, articoli o immagini protette da copyright e caricate online. Non fa comprendere ai consumatori se sia legale o no condividere i propri e-book o caricare i video delle vacanze con una canzone popolare in sottofondo”

 

Filtri contenuti in upload sul web

Altra sostanziale novità del nuovo programma è rappresentata dalla possibilità di obbligare realtà come Youtube a siglare accordi di licenza con coloro che detengono i diritti per la pubblicazione dei contenuti online. Si andrebbe a creare un pretesto per la realizzazione di una funzione che concede l’immediata estromissione del contenuto online a seguito di segnalazione.

Si andrebbero così a creare dei filtri informatici che potrebbero portare a blocchi ingiustificati e censure anche per i contenuti ritenuti legali. Da tali obblighi sarebbero esclusi gli ISP, i siti di e-commerce, i fornitori di cloud services, le società no-profit come Wikipedia e le organizzazioni open-source.

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