fucsia os

Fuchsia OS è un sistema operativo di cui si vocifera da molto tempo. Questo sistema operativo si potrebbe definire l’erede di Android, infatti, è un progetto “segreto” che i laboratori di Google stanno sviluppando per soddisfare le esigenze future dei propri utenti.

Il nome Fuchsia deriva dall’unione di due parole, Rosa (Pink) e Viola (Purple), che sommati danno il Fuchsia, il gioco cromatico indica un sistema che rappresenta un’unione tra Android e Chrome OS, oltre ad indicare l’intenzione di Google di realizzare un sistema operativo che permetta di unificare tutti i dispositivi sotto un unico sistema. Attualmente, infatti, Android è stato adattato ai vari dispositivi ma ognuno di essi ha una versione personalizzata del sistema operativo, gli smartwatch  utilizzano una versione leggera e sviluppata per lavorare su schermi molto piccoli, mentre i tablet utilizzano la versione completa.

Anche se ancora poche informazioni sono trapelate, l’azienda di Mountain View sembra stia testando il sistema su alcuni dispositivi come i Google Pixelbook. Quello che è certo è che il sistema sarà utilizzato trasversalmente su tutte le tipologie di dispositivi, dagli smartwatch agli smartphone ai tablet ai computer.

La data di inizio del progetto Fuchsia OS risale alla metà del 2016 e da allora progredisce a ritmo costante. Una prima release è stata rilasciata intorno a maggio del 2017, da cui derivano le immagini presenti in rete. Considerando che il sistema è sviluppato e testato sui Pixelbook, questo significa che è pensato per dispositivi di fascia alta anche se il cuore del sistema (il kernel) è stato sviluppato come microkernel, basandosi sui kernel attualmente utilizzati in dispositivi embedded come GPS o Router. Questo permetterà al sistema di essere leggero, ma performante.

Fuchsia OS sarà il successore di Android

Il sistema, come per il suo predecessore Android, è sviluppato e pubblicato online con licenza Open-Source ciò significa che tutti possono contribuire a svilupparlo e si può facilmente scaricare e testare sui propri dispositivi. Se si è in possesso di un Pixelbook e si è un poco smanettoni e appassionati di programmazione, si può sfruttare la modalità sviluppatore seguendo le facili istruzioni presenti in rete sulla repository ufficiale di Google (codegoogle). Infatti, una volta impostato il dispositivo in modalità sviluppatore basterà utilizzare una memoria USB per installare il sistema.

Dalle anteprime presenti online si può intuire il funzionamento, la schermata di blocco presenta un bottone in basso a destra che permette di accedere a funzione quali Wi-Fi, login e accesso ospite. Nella schermata principale vediamo pure l’ora e data e le informazioni sulla carica della batteria. In basso si trova una barra di ricerca Google e una sezione notifiche che mostra varie informazioni come i compleanni dei nostri contatti e le indicazioni stradali dei percorsi salvati su Google Maps. Il sistema riesce ad adattarsi a tutti i dispositivi, infatti, in base alla dimensione dello schermo adatta automaticamente i contenuti e l’interfaccia.

Ancora molto lavoro serve per completare il sistema, l’interfaccia va migliorata e ancora non sono presenti molte applicazioni di sistema, ma l’obiettivo principale sarà quello di sviluppare una soluzione unificata che permetterà di utilizzare le proprie future applicazioni ovunque e in qualsiasi dispositivo, strada peraltro tentata da Microsoft con Windows 10 e le universal app.

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