Cani: le capacità incredibili dei nostri amici a quattro zampe

L’uomo ha sempre avuto un rapporto particolarmente profondo con quello che comunemente definiamo come il suo migliore amico: il cane. Questa relazione è caratterizzata da un profondo senso di connessione e comprensione reciproca. Al giorno d’oggi, attraverso l’evoluzione tecnologica, nuovi studi rivelano che l’amicizia e la comunicazione con il nostro compagno a quattro zampe è ancora più sorprendente di quanto si immaginasse.

Un’analisi condotta da alcuni esperti ha mostrato come i cani abbiano la capacità di riconoscere i sostantivi e di pensare esattamente all’oggetto che il padrone ha nominato in un determinato momento. Questa straordinaria scoperta ci fa capire quanto la mente di cane sia ancora più complessa e quanto sia in grado di elaborare informazioni.

La differenza dello studio sui cani con i precedenti effettuati

Ovviamente non si tratta della prima ricerca riguardante le competenze linguistiche canine. In passato queste si concentravano soprattutto sulla capacità dei cani di recuperare gli oggetti quando l’uomo emette un comando. In tali studi, però, i risultati non mostravano mai di dati chiari e avevano ancora lasciato spazio a tantissime altre domande riguardanti la loro reale comprensione delle parole.

Cosa c’è di differente nell’ultima ricerca? Come hanno risolto l’enigma? I ricercatori hanno adottato una tecnica sorprendente che prevede l’utilizzo di una elettroencefalografia non invasiva in grado di registrare l’attività cerebrale dei cani mentre ascoltavano dei sostantivi da loro già conosciuti. I proprietari di 18 cani differenti hanno nominato dei giocattoli familiari poi hanno loro mostrato due oggetti, uno esatto ed uno errato.

Dall’analisi successiva di tutte le EEG, gli studiosi hanno rilevato la presenza di variazioni importanti nell’attività cerebrale dei cani: i dati mostravano un’attività differente nel caso in cui la parola nominata era effettivamente corrispondente  all’oggetto mostrato. Tale fenomeno è parecchio simile all’effetto “N400” riscontrato negli esseri umani di fronte a parole inaspettate. Questa similitudine suggerisce che i cani non sono solo in grado di attivare delle immagini mentali degli oggetti al suono della loro nome, ma anche di comprendere alcune parole.

La capacità di elaborazione semantica ha sempre fatto parte della specie canina e non dipende da quanto il loro vocabolario sia vasto. Anche se i cani non comprendono del tutto le parole proprio come gli adulti o i bambini umani, la scoperta evidenzia  comunque quanto la loro percezione sia molto più complessa di quanto ci si aspettasse.

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