Google, Meta, Apple: possibili sanzioni da miliardi di dollari dall'UE

L’Unione Europea ha iniziato ad indagare su Google, Apple e Meta per alcune presunte violazioni delle leggi che riguardano la concorrenza all’interno del mercato digitale. L’azione intrapresa dall’UE rispecchia le direttive inserite nel Digital Markets Act (Dma), entrato in vigore ad inizio marzo. Le nuove regole, infatti, sono state istituite per limitare il potere delle potenti aziende per dare l’opportunità a società più piccole di poter avere il loro ruolo nel settore e non essere battuti già in partenza dalla concorrenza.

Le indagini si concentrano su pratiche considerate anti-competitive. L’UE ha evidenziato la presenza di possibili fenomeni come lo “steering” in Google Play, in Google Search, nell’App Store di Apple e anche la presenza del “self-preferencing” in Google Search. L’attenzione dell’azione legale si rivolge anche al modello “pay or consent” di Meta, sospettato di non essere conforme alla normativa che richiede ai “gatekeeper” avere prima il consenso degli utenti per poter utilizzare i loro dati su altre piattaforme.

Cosa succederebbe se Apple, Meta e Google fossero colpevoli?

Se le prove raccolte dovessero dimostrare che le aziende siano effettivamente colpevoli di non conformità, la punizione sarà ingente. Le società potrebbero essere soggette a grosse sanzioni, dovendo pagare fino al 10% del loro fatturato totale, non soltanto europeo. Nel caso di Google, si parla di multe che raggiungono i 30 miliardi di dollari, basandosi su un fatturato di poco più di 300 miliardi.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva della Commissione Europea e Responsabile della Politica di Concorrenza, ha commentato descrivendo come l’indagine abbia avuto inizio sin dopo i primi sospetti sulle soluzioni proposte dalle tre aziende. Esaminandole hanno trovato incongruenze e dettagli non rispettosi del Dma. La Vicepresidente ha spiegato che ora approfondiranno la questione per far sì che il mercato europeo digitale sia effettivamente aperto e contendibile. Google, Apple e Meta ora aspettano il momento del giudizio. In seguito al responso, considerando ipoteticamente i sospetti per veri, scopriremo come i colossi affronteranno il problema.

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