Negli ultimi giorni del 2023, ci siamo congedati dal funerale di Hyperloop One, la società americana che, sebbene nelle sue fasi finali fosse passata sotto il controllo di investitori arabi, è stata una pioniera nel settore del trasporto veloce nei tubi a bassa pressione. Ciò aveva lasciato molte persone a pensare che l’intera tecnologia dell’hyperloop fosse destinata a rimanere nel limbo dei sogni irrealizzabili. Ma oggi ci troviamo di fronte a una smentita, con la tecnologia dell’hyperloop che dimostra di essere ben viva e potrebbe trovare la sua patria d’adozione proprio in Italia.
Il ritorno dell’Hyperloop sulla scena italiana
La Concessioni Autostradali Venete (CAV), società responsabile di alcuni tratti autostradali nel nord-est del Paese, ha lanciato un’applicazione per la costruzione del primo collegamento Hyperloop commerciale tra Mestre, la frazione terrestre di Venezia, e Padova. Questo progetto ambizioso mira a creare un collegamento veloce di poco più di 30 km tra le due città, alleviando il traffico e riducendo i tempi di trasporto sia per merci che per passeggeri.
Il consorzio Hyper Builders, vincitore dell’appalto, composto dalla statunitense HyperloopTT, dalla multinazionale italiana WeBuild e dalla società pubblica Leonardo, ha siglato il contratto per lo studio di fattibilità. Il progetto, denominato Hyper Transfer, è suddiviso in diverse fasi, con la firma del contratto che avvia la fase di studio di fattibilità e la successiva analisi degli impatti ambientali.
L’hyperloop è una tecnologia che propone il trasporto ad alta velocità di persone e merci all’interno di tubi a bassa pressione, sopraelevati o interrati. Il progetto prevede l’utilizzo di “capsule” all’interno dei tubi, spinte a velocità superiori ai 1.000 km orari. Sebbene la distanza relativamente breve tra Venezia Mestre e Padova suggerisca una velocità inferiore al limite teorico, l’implementazione di questa tecnologia rappresenta comunque un notevole passo avanti.
Implicazioni economiche e sociali
Una curiosità da sottolineare è che non è la prima volta che l’hyperloop incrocia l’Italia. Nonostante il concetto di viaggi in tubi a bassa pressione abbia origini nei primi anni del 1800, la Sicilia emerse come luogo di uno degli studi più approfonditi in materia negli anni ’60 del Novecento. Gli avanzati studi siciliani condussero alla progettazione e realizzazione di prototipi di treni ad alta velocità, sottoposti a test presso l’ex aeroporto militare di Trapani-Milo. Ora, dopo più di 60 anni, l’Italia è di nuovo protagonista nel dibattito sull’hyperloop.
Questo progetto rappresenta non solo una potenziale soluzione per i problemi di traffico nelle città, ma anche un simbolo dell’innovazione che potrebbe caratterizzare il futuro del trasporto su scala globale. L’entusiasmo generato da questa iniziativa dimostra che le idee del passato possono ritornare sotto una nuova luce, spingendo la società verso nuove frontiere di progresso. Resta da vedere come si svilupperanno le fasi successive e se l’hyperloop diventerà una realtà quotidiana in Italia e oltre.