Cosa cambia sul digitale terrestre?

Il Digitale Terrestre è una tecnologia molto importante che ha permesso a molte nazioni, quelle che l’hanno adottato, di migliorare di gran lunga la qualità delle trasmissioni televisive.

Nello specifico, il digitale terrestre è una modalità di trasmissione del segnale che si serve di onde radio per trasmettere il segnale alle antenne e ciò si traduce in programmi di qualità migliore rispetto ai precedenti trasmessi in analogico, oltre a un numero maggiore di canali disponibili.

Sin dal 2017 si è iniziato a parlare, invece, di un’ulteriore modifica con il passaggio da DVB-T (attuale digitale terrestre) a DVB-T2, un modello successivo e più aggiornato.

Inizialmente il passaggio era previsto per luglio 2021, salvo poi slittare a data da destinarsi. Ad agosto di quest’anno finalmente si era fissata una nuova data: il 10 gennaio 2024.

Questa data è ormai passata e i canali RAI che dovevano subire lo switch off sono rimasti alla tecnologia DVB-T. Cos’è cambiato?

Digitale terrestre, come mai lo switch off è slittato ancora?

Quindici canali RAI, quelli appartenenti al gruppo MUX B come Rai 1 HD, Rai 2 HD, Rai 3HD, Rai Gulp HD, Rai Yoyo HD e Rai Storia HD, sarebbero dovuti passare sotto la tecnolgia DVB-T2 a partire dal 10 gennaio 2024 e quindi essere trasmessi con codec HEVC Main 10.

Questo non è successo e dopo luglio 2021 anche gennaio 2024 sembra non essere la data giusta per il tanto agognato switch off. Ma quali sono le ragioni che si celano dietro a questi ritardi?

I motivi sono da ricondurre a un rapporto Censis-Auditel di novembre che avrebbe stimato a 8,4 milioni gli italiani che potrebbero guardare i canali in DVB-T2. Un numero davvero basso che avrebbe spinto il governo a ritardare ancora lo switch off.

 

 

 

 

 

 

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