Gli obiettivi di Tim per l'anno 2024 e le sfide da affrontare nel contesto europeo
Gli obiettivi di Tim per l’anno 2024 e le sfide da affrontare nel contesto europeo

Il recente annuncio della divisione di Telecom Italia (Tim) in due società distinte, NetCo e ServiceCo, rappresenta una svolta storica nel panorama delle telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia. L’amministratore delegato, Pietro Labriola, ha dichiarato che l’obiettivo è quello di mantenere l’intelligenza dei servizi in ServiceCo, la nuova incarnazione di Tim come società dei servizi. Questa mossa strategica mira a concentrare l’attenzione sull’innovazione tecnologica e accelerare lo sviluppo nel settore delle telecomunicazioni, con un focus sia sull’infrastruttura di rete fissa sia sulla leadership nei servizi digitali.

 

Tim mette l’intelligenza al centro dell’innovazione

L’ingresso del fondo statunitense KKR in NetCo, con il closing previsto entro l’estate, promette di fornire la necessaria spinta finanziaria per sostenere lo sviluppo tecnologico nell’ambito delle telecomunicazioni. La separazione delle due società è vista come un modo per ottimizzare le risorse e affrontare le sfide del settore, segnato da pressioni sui costi, prezzi e capex. Labriola ha sottolineato la necessità di un’evoluzione del quadro regolatorio europeo, che attualmente sembra ancorato a un modello del passato, non adeguato alla dinamica attuale del mercato delle telecomunicazioni.

Il CEO ha anche affrontato la questione della percezione pubblica riguardo alla cessione dell’infrastruttura di rete fissa, chiarificando che, nonostante la cessione di un asset passivo, l’intelligenza e il futuro dell’azienda rimarranno in Tim. Ha ribadito l’impegno continuo nell’investire per mantenere servizi all’avanguardia, come dimostrato dalla presentazione del primo microchip italiano per la cybersicurezza. Questa affermazione mira a dissipare preoccupazioni riguardo a una presunta perdita di competenze e focus nell’ambito dei servizi.

Nel contesto europeo delle telecomunicazioni, Labriola ha evidenziato le sfide legate ai prezzi in calo dei servizi mobili, che sono diminuiti del 16% in Europa e del 32% in Italia negli ultimi dieci anni. Ha inoltre sottolineato la necessità di un quadro regolatorio che agevoli il consolidamento tra operatori, indicando che l’attuale presenza di 120 operatori mobili in Europa crea una mancanza di economie di scala. L’amministratore delegato ha auspicato un cambiamento nella logica regolamentare da “guardia e ladri” a una che favorisca il consolidamento, ritenendo che questo sia l’unico modo per garantire un futuro sostenibile per il settore delle telecomunicazioni in Europa.

 

La necessità di evolversi per sostenere il consolidamento

Guardando al futuro, l’anno 2024 si prospetta come una fase cruciale per Tim. Con l’operazione con KKR in fase di chiusura e l’obiettivo di contribuire al rilancio del settore, l’azienda si trova di fronte a una doppia sfida. La sua capacità di gestire con successo questa transizione potrebbe plasmare il futuro delle telecomunicazioni in Italia e contribuire a definire nuovi standard nel contesto europeo.

Articolo precedenteVodafone distrugge Iliad, ancora disponibili le Silver da 150 GB
Articolo successivoPassa a CoopVoce: super promozioni per la portabilità