MindSift: tracciamento vocale e privacy dei consumatori
MindSift: tracciamento vocale e privacy dei consumatori

MindSift, un’azienda con sede nel New Hampshire, è al centro delle polemiche in quanto afferma di utilizzare i microfoni di smartphone e tablet per ascoltare gli utenti e indirizzare la pubblicità durante i loro podcast. Questa pratica controversa è emersa attraverso sezioni ora cancellate dal sito web dell’azienda e commenti fatti in un recente podcast.

Nonostante i dettagli siano stati rimossi online, i fondatori di MindSift hanno discusso apertamente della tecnologia in un podcast condotto da 404 Media. Andy Galeshahi, uno dei co-fondatori, ha sottolineato il coinvolgimento dell’azienda nell’ascolto delle conversazioni e nel successivo targeting degli annunci. La società afferma di ottenere dati da un fornitore non specificato, vantando la capacità di tracciare i consumatori in tempo reale.

 

MindSift e il tracciamento vocale in tempo reale

Sezioni cancellate dal sito includevano testimonianze di aziende come Tulley, BMW e Hotels.com, senza però specificare se avessero effettivamente utilizzato il tracciamento vocale proposto da MindSift.

Il podcast “Real Business Roundtable” ha fornito ulteriori dettagli sulla pratica di ascolto e targeting pubblicitario, spiegando come la tecnologia possa individuare le necessità dei consumatori.

La risposta dell’azienda alle domande di 404 Media è stata evasiva. Dopo che il podcast ha recuperato una versione in cache delle sezioni rimosse dal sito, MindSift non ha risposto alle richieste di chiarimenti né alle email di follow-up inviate da 404 Media.

Durante il podcast, Galeshahi e Savage hanno sottolineato che molte aziende non sono consapevoli del potenziale derivato dall’ascolto dei dispositivi, preferendo acquistare dati da giganti come Google per le loro strategie pubblicitarie.

MindSift sembra distinguersi focalizzandosi sul tracciamento vocale per fornire pubblicità mirate, suscitando preoccupazioni sulla privacy dei consumatori e riaffermando il timore diffuso che i dispositivi ascoltino le conversazioni.

 

Risposte evasive e mancanza di trasparenza

È essenziale sottolineare che al momento non ci sono prove concrete che confermino l’effettiva pratica di MindSift e la mancanza di risposte da parte dell’azienda aggiunge ulteriori incertezze. Pertanto, è prudente prendere con la dovuta leggerezza le affermazioni di MindSift, in attesa di ulteriori verifiche e chiarimenti sulla questione. La controversia solleva importanti questioni sulla privacy digitale e sottolinea l’importanza della trasparenza nelle pratiche aziendali, specialmente quando coinvolgono dati sensibili degli utenti.

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