batteria commestibile

La rivista americana Time ha creato una classifica contenente 200 invenzioni ideate quest’anno, suddivise poi in 22 categorie. Queste sono caratterizzate da diversi fattori come la sostenibilità ambientale e il benessere, oltre che a differenti tipi di tecnologia (ad esempio l’intelligenza artificiale e la robotica). Tra i primi posti vediamo l’Italia. Gli scienziati tengono alta la nostra bandiera grazie alla creazione di un prototipo di una batteria mangiabile ed anche ricaricabile, realizzata a Milano nell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Il protagonista è il team guidato da Mario Caironi, che è riuscito ad avere un finanziamento necessario per il progetto dall’European Research Council. La rivista cita l’invenzione tra le menzioni speciali grazie alla sua composizione realizzata attraverso materiali naturali che troviamo anche sulle nostre tavole come le alghe e le mandorle.

Un’invenzione straordinaria

Elencando tutte le componenti vi sembrerà che sia una semplice vitamina. La batteria contiene infatti carbonio attivo, alghe nori ed anche la vitamina B12. Questo prototipo evidenzia uno dei campi scientifici che più sta riprendendo velocemente piede, cioè quello dell’elettronica commestibile, aprendo la strada a dispositivi elettronici sostenibili e naturali.

Nell’invenzione la riblofavina costituisce l’anodo, mentre il catodo è composto da quercitina, un elemento che si trova solitamente nei capperi o anche nelle mandorle. Il carbone attivo invece è stato inserito per aumentare la conducibilità elettrica. L’elettrolita di base utilizzato è ad acqua e le alghe nori vanno a svolgere il ruolo di separatori per evitare i cortocircuiti.

La cella raggiunge massimo 0,65 V, una tensione per nulla pericolosa per il nostro organismo. Può fornire una corrente elettrica per 12 minuti di 48 milliampere o di pochissimi microampere per una durata che supera anche l’ora. Questa energia può bastare per i piccoli dispositivi come i led a potenza limitata.

L’applicazione del dispositivo potrebbe essere molto vasta. Lo si potrebbe utilizzare per monitorare le condizioni di salute dei pazienti, verificare nell’immediato lo stato di conservazione degli alimenti o anche inserirlo nei giochi per bambini. In quest’ultimo caso sarebbe particolarmente utile poiché sono tantissimi gli episodi in cui i più piccoli ingeriscono batterie classiche al litio rischiando gravi danni, mentre esso non è per nulla nocivo.

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