L'AI suscita preoccupazione tra gli italiani per i potenziali cali salarialiStando ai dati rilasciati da uno studio di IPSOS, commissionato dalla società di head hunting, Kelly, gli italiani non sono poi così contenti dell’ascesa dell’intelligenza artificiale. Più della metà del campione preso in esame, il 53%, si è dichiarato preoccupato per il proprio posto di lavoro. La preoccupazione scaturisce dall’uso crescente dell’AI nel settore lavorativo. Questa ingombrante presenza potrebbe condurre molte aziende a rimodulare i posti di lavoro e di conseguenza considerare una diminuzione degli stipendi.

L’AI preoccupa gli italiani

Inoltre, il 68% degli intervistati ritiene che l’AI porterà via il lavoro a parecchi lavoratori all’interno delle aziende. Tra questi il 55% è convinto che l’intelligenza artificiale porterà alla chiusura di diverse attività mentre il 71% del campione totale crede che a beneficiare di questa particolare tecnologia siano solo le grandi aziende, il tutto a scapito di quelle più piccole.

Cristiana Sala, Country Manager di Kelly Italia, ha dichiarato che, secondo lo studio condotto, sono 7 su 10 gli italiani che credono che l’AI andrà a contribuire all’aumento delle già presenti disuguaglianze salariali all’interno del mercato lavorativo. Secondo molti, infatti, ben il 60%, coloro che credono che si creerà un vero e proprio spartiacque per le retribuzioni e che si baserà sul livello di scolarità dei lavoratori.

Non solo preoccupazioni

Ma non ci sono solo lati negativi. Nonostante i timori espressi, i lavoratori italiani sono consapevoli dei possibili benefici che potrebbe portare l’uso dell’AI nelle aziende. Infatti, il 63% del campione crede che sarà proprio l’AI a condurre allo sviluppo di nuove professioni, indirizzate al monitoraggio di tutte le attività più complesse che deriveranno dall’utilizzo di questa tecnologia.

Inoltre, per il 65% degli italiani intervistati l’intelligenza artificiale aumenterà la produttività e l’efficienza del lavoro e per il 61% questa garantirà anche una maggiore sicurezza per tutte le funzioni più pericolose.

I dati forniti inoltre mostrano come il 73% degli intervistati creda che per sfruttare davvero i vantaggi dell’AI sia necessario investire sulla formazione dei dipendenti e il 57% è d’accordo nel credere che è di fondamentale conoscere il funzionamento di questi nuovi sistemi al fine di poterli controllare al meglio.

L’AI suscita interesse anche per la questione delle relazioni in ambito lavorativo. Una part degli intervistati, il 40%, crede che l’uso dell’intelligenza artificiale porterà ad un maggiore isolamento tra i colleghi, mentre la maggioranza, il 60% è convinto che questo nuovo sistema riuscirà invece a connettere maggiormente i lavoratori tra loro, anche quelli che si trovano in sedi diverse.

Al di là delle diverse idee, che possono essere contrastanti, c’è una cosa su cui tutti, o quasi, i lavoratori sono d’accordo. L’80% del campione selezionato spera in un intervento dello Stato in materia. Infatti, i lavoratori italiani credono che sia necessario introdurre una regolamentazione che definisca dal punto di vista legislativo l’introduzione dell’AI nell’industria lavorativa. Ciò che più di tutto chiedono ai governi è una collaborazione al fine di proteggere gli interessi e la privacy di tutti gli utenti interessati.

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