La Cina potrebbe presto avere un proprio Chatbot sviluppato da Baidu, basato su un modello linguistico più avanzato di GPT-3, ma intanto il Governo cinese ha bloccato i servizi basati su ChatGPT in tutto il paese, definendo l’IA di OpenAI “pericolosa per la sovranità nazionale“. Secondo fonti asiatiche, il governo di Pechino ha imposto a tutte le compagnie attive sul territorio di non offrire alcun servizio legato alla nuova intelligenza artificiale.
ChatGPT: tutti contro l’intelligenza artificiale
La Cina ha motivi validi per preoccuparsi della diffusione di disinformazione attraverso ChatGPT, considerando la capacità dell’IA di generare fake news.. Tuttavia, il ban del governo cinese sembra essere motivato anche da altri timori, che vanno ben oltre la diffusione di disinformazione.
La Cina teme che ChatGPT possa diventare un’arma per la propaganda occidentale e americana nel paese, al punto da essere utilizzata dai Paesi rivali per la diffusione di notizie “false” sul territorio cinese. Inoltre, la nazione potrebbe temere la diffusione di idee pro-democrazia e anti-autoritarie tramite le risposte dell’AI agli utenti cinesi. Difatti con un modello linguistico “allenato” da un pubblico occidentale, ChatGPT potrebbe non avere posizioni positive nei confronti del governo cinese, come la stessa Pechino vorrebbe. Per questo motivo, la Cina si sta preparando a rispondere con un’IA “nazionale” sviluppata da Baidu, Tencent e Alibaba sperando nella sua sostituzione.
Ad ogni modo la nazione dell’Asia orientale non è la sola ad accusare il chatbot, perché anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite Volker Turk ha dichiarato che l’IA potrebbe a lungo andare minacciare la dignità umana e i diritti delle persone.