Scoperto il viaggio nel tempo grazie all’utilizzo dei fotoni

Dei fisici in Australia affermano di aver simulato il viaggio nel tempo utilizzando apparecchiature standard su un banco di laboratorio. Dicono di aver preparato fotoni che si comportano come se viaggiassero lungo scorciatoie nello spazio-tempo note come “curve chiuse simili” e aggiungono che il loro lavoro potrebbe aiutare nell’unificazione tanto ricercata della meccanica quantistica e della gravità.

Sebbene l’esperienza quotidiana suggerisca l’impossibilità di viaggiare indietro o avanti nel tempo, la teoria generale della relatività di Einstein non lo esclude. La teoria consente anelli nello spazio-tempo chiamati curve chiuse simili al tempo che potrebbero essere create da fonti di gravità molto potenti come i buchi neri. Queste strutture riporterebbero un oggetto in un luogo e in un tempo che era già attraversato, in genere attraverso una scorciatoia tra le due regioni separate dello spazio-tempo noto come wormhole.

Nella fisica classica l’esistenza di curve simili al tempo chiuse porterebbe a una serie di paradossi. Uno dei più noti di questi è il paradosso del nonno, in cui qualcuno che ha viaggiato a ritroso nel tempo uccide il nonno mentre è ancora giovane, impedendo così la propria nascita. Nella meccanica quantistica, tuttavia, tali paradossi possono essere evitati.

L’equivalente quantomeccanico del paradosso del nonno coinvolge una particella subatomica che ha due stati, uno e zer, corrispondenti a “vivo” e “morto”. Il paradosso emerge se la particella è iniziata nello stato uno, ha viaggiato indietro nel tempo, ha incontrato una versione più giovane di se stessa e poi ha ribaltato a zero il valore del suo sé precedente.

Iniziano gli esperimenti

Ma nel 1991 David Deutsch dell’Università di Oxford ha mostrato che la natura probabilistica della meccanica quantistica può aiutare. Deutshch ha scoperto che ci sarebbe sempre uno stato che una particella quantistica potrebbe assumere che renderebbe il viaggio della particella indietro nel tempo sicuro. Ad esempio, se la particella dovesse iniziare in una miscela uguale di uno e zero, una volta capovolta rimarrebbe in quello stato: una miscela 50:50 di uno e zero.

Nell’ultimo lavoro, Martin Ringbauer e colleghi dell’Università del Queensland a Brisbane hanno deciso di riprodurre il modello di Deutsch in laboratorio. Ma data l’assenza di vere curve simili al tempo chiuse nelle vicinanze del loro laboratorio, non sono stati in grado di studiare direttamente l’interazione tra le versioni più giovani e quelle più vecchie della stessa particella quantistica. Invece, hanno usato due particelle separate. L’idea è che la particella “più giovane” rimanga nello spazio-tempo normale, mentre quella “più vecchia” scompare in un wormhole simulato, riappare nel “passato” e quindi interagisce con il suo partner più giovane.

FONTEphysicsworld.com
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