Dopo una lunghissima serie di proroghe e di attese, con ben 6 mesi di anticipo è entrato in vigore l’obbligo di offrire il mezzo di pagamento POS per qualsivoglia tipologia di pagamento, anche per un caffè, questo grazie al decreto legge 36 del 30 aprile, che ha appunto spostato la data bollente da Gennaio 2023 al 30 Giugno di quest’anno.

A partire dunque dal 30 Giugno qualunque esercente, titolare di partita IVA ad esempio, non può più rifiutare di far pagare qualsivoglia tipologia di servizio o bene con la sicurezza di non incappare in sanzioni, in altre parole anche in Italia chiunque ha ora il diritto di pagare ovunque con carta di credito, di debito (bancomat) o prepagata.

 

Chi è coinvolto e quali sono le sanzioni

Come recita nel decreto l’articolo 15 del DL 179 del 2012 “le pubbliche amministrazioni, i gestori di servizi pubblici, le società a controllo pubblico e i gestori di pubblici servizi nei rapporti con l’utenza sono tenuti ad accettare i pagamenti a qualsiasi titolo dovuti anche con l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, ciò significa che la platea di utenza coinvolta è ampia, si passa dia medici ai commercianti, passando per avvocati e commercialisti.

La sanzione nel caso si venga beccati a rifiutare di offrire il POS per pagare si compone di una quota fissa ed una variabile, nel dettaglio: 30 euro [parte fissa] + 4% del valore della transazione elettronica negata [parte variabile].

Si tratta dunque del primo vero step dello Stato verso la digitalizzazione di tutte le transazioni, manovra ovviamente attuate per cercare di colpire l’evasione fiscale endemica in Italia.

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