Quando si parla di smartwatch e nel dettaglio di fitness trackers uno dei nomi più autorevoli che ovviamente spicca è senza dubbio Fitbit, l’azienda ora di proprietà Google vanta infatti un bacino di utenti a dir poco incredibile, contesto che le consente di raccogliere una quantità di dati altrettanto enorme e di elaborare delle statistiche, il tutto ovviamente mantenendo l’anonimato ma comunque in modo utile da poter capire qualcosa in più.

Si tratta dunque di dati aggregati che insieme consentono di elaborare una stima generale su una determinata popolazione in base all’analisi di un campione rappresentativo della stessa, ovviamente estratto a caso grazie all’acquisto prettamente casuale di un fitbit che appunto non segue uno schema.

 

I dati che ci interessano

Una delle conclusioni tratte da Fitbit interessa anche noi italiani, siamo riusciti infatti, nel quadro generale delle popolazioni mondiali, a distinguerci per quanto riguarda la salute del nostro cuore, infatti nel parametro HRH risultiamo i primi in classifica, mostrano una frequenza cardiaca a risposo media più bassa rispetto agli altri paesi, segno di salute del cuore e del sistema cardiovascolare, a riposo infatti il cuore se in buona salute batte di meno dal momento che è in grado di offrire battiti comunque più forti e trova meno impedimenti a livello circolatorio.

C’è da dire che il parametro può essere influenzato da una moltitudine di fattori, l’età, lo stato di forma, la genetica, ciò non toglie che comunque sia un ottimo indicatore dello status di salute generale della popolazione, soprattutto se consideriamo che gli stroke cardiovascolari sono la prima causa al mondo di morte improvvisa.

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