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L’anno scorso è letteralmente scoppiata una guerra commerciale tra Huawei e gli Stati Uniti. L’ovvia intenzione di quest’ultimi era di indebolire il colosso cinese e favorire le proprie compagnie. Risultato? Un fallimento su tutta la linea. Non solo si è visto come gli USA e le società presenti sul territorio hanno bisogno delle controparti cinesi, ma Huawei si è rafforzata, e anche di molto.

La compagnia, visto quello che stava succedendo, ha dovuto rimboccarsi le maniche e la cosa ha funzionato. L’ultimo successo riguarda HiSilicon, il brand che si occupa dello sviluppo dei semiconduttori, come i processori per intenderci. Il marchio è entrato nella top dieci di tale settore saltando dal quindicesimo posto precedente.

 

Huawei: il successo di HiSilicon

Questo salto in avanti è dovuto a un principale motivo. Non potendo più affidarsi a Qualcomm, il colosso ha deciso di espandere il proprio catalogo di chip anche per le fasce di dispositivi più basse e non solo per quelle alte. C’è stata una crescita su base annua del 54%, ma ci potrebbe essere un problema in vista.

Parte della produzione finale è affidata a TSMC; il 14% delle vendite di quest’ultime è diretta a Huawei. Gli Stati Uniti stanno facendo sempre più pressioni proprio su tale produttore per smettere di trattare con il ritrovato nemico. Perdere l’appoggio di questa fonderia sarebbe problematico in quanto è una delle più avanzate al mondo tanto che anche NVIDIA e AMD si basano sulla fornitura di chip a 7 NM della suddetta. In sostanza, gli USA non demordono.

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