Negli scorsi giorni il social network Facebook è stato accusato di localizzare i propri utenti, anche senza il loro consenso. Di conseguenza la piattaforma ha redatto una lettera in cui spiega come funzionano i tag di geolocalizzazione e gli indirizzi IP più precisamente.
I metodi utilizzati dal colosso di Menlo Park, come ha spiegato nella lettera, sono tre. Scopriamo insieme tutti i dettagli, soprattutto dopo le accuse degli scorsi giorni.
Facebook spiega come funzionano i tag di geolocalizzazione della piattaforma
Come anticipato precedentemente i metodi utilizzati dalla piattaforma sono tre. Il primo metodo è quello più scontato, ovvero registrando i dati degli utenti che hanno attivato il servizio di geolocalizzazione quando hanno scaricato l’applicazione sul proprio smartphone. Gli altri due sono un pelo più complessi. Il secondo metodo riguarda l’indirizzo IP, che identifica il nostro dispositivo quando accediamo alla rete internet.
La nostra posizione viene registrata per più scopi, precisamente due. Il primo motivo è quello per mirare la pubblicità a tutti gli utenti. Una posizione precisa permette di sottoporre a chi utilizza l’applicazione delle pubblicità mirate. Per esempio, nonostante ad utente piaccia il sushi, difficilmente sarà interessato ad un ristorante a 200 KM di distanza.
Facebook spiega anche che, in secondo luogo, avere una traccia della posizione dei propri utenti, serve anche per un motivo di sicurezza. Se un utente, per esempio, fa il login sempre dalla stessa posizione geografica e poi improvvisamente cerca di collegarsi dall’altra parte del mondo, la piattaforma può avvisarlo che qualcuno, che difficilmente potrebbe essere lui, ha tentato di accedere al suo profilo. Detto ciò, la piattaforma non si è espressa proprio bene sulla questione di qualche giorno fa, fatto sta che continua a geolocalizzarci anche senza il nostro consenso, e prima o poi le autorità competenti la accuseranno.