L’ibernazione del corpo umano, o crioconservazione, è una procedura che abbiamo imparato a conoscere attraverso le pellicole di fantascienza. Scientificamente è una procedura possibile, e generalmente sarebbe applicabile a quelle persone che hanno un male incurabile e vogliono tentare la carta dell’ibernazione in attesa che il mondo trovi un rimedio alla patologia.
C’è chi desidererebbe “mettersi a dormire” per 50, 100 o 200 anni solo per vivere in un futuro molto lontano da oggi, e infatti la crioconservazione sta prendendo piede soprattutto in paesi come Stati Uniti e Russia. La società sovietica KryoRus è tra le uniche tre al mondo a stipulare contratti con le persone che vogliono essere sottoposte a crioconservazione dopo la morte. In America annoveriamo invece la Alcor Life Extension e il Cryonics Institute.
Ma non è un servizio alla portata di tutti poiché, oltre a beghe legali, il costo varia dai 100 mila dollari degli Stati Uniti a un più economico servizio di KrioRus che per 40 mila dollari vi conserva intatti come siete oggi. Se invece volete vivere in futuro in un corpo meccanico o aspettare un vostro clone, la società russa può conservare il solo cervello per 15 mila euro. E in molti stanno pensando di conservare la materia grigia dei propri cari appena morti per avere la speranza di riabbracciarli un giorno nel futuro.
Ibernazione: la crioconservazione è la ricetta dell’immortalità?
A livello procedurale, la crioconservazione dei pazienti in fin di vita comincia proprio in sala rianimazione, e nel momento in cui avviene l’arresto cardiaco e la morte legale, dei tecnici subentrato all’equipe medica per ripristinare meccanicamente la ventilazione ai polmoni e l’afflusso di sangue al cervello. Il passaggio successivo è la preparazione del corpo all’ibernazione attraverso la somministrazione di particolari sostanze e l’immersione in acqua gelida per il trasporto verso il centro criogenico.
Gli esperti che procederanno all’ibernazione valutano prima la risposta del cervello ai vari trattamenti farmacologici, poiché verrà iniettata in endovena una soluzione indispensabile ad evitare che congelino tutti i tessuti. Infine, il corpo viene immerso nell’azoto liquido alla temperatura definitiva di -196 gradi Celsius.
In Europa non esistono organizzazioni che si occupano di criogenesi, mentre il nostro Paese non ha una base legale per attivare la procedura di crioconservazione in tempi brevi. Il perché risiede nella legge italiana che prevede un periodo di osservazione di 24 ore del cadavere dall’arresto cardiaco, mentre per evitare la decomposizione è necessario portare il corpo a -96° entro mezz’ora dalla morte per prepararlo all’ibernazione.
Quindi se volete farmi ibernare vi conviene non morire in Italia, perché potreste incontrare difficoltà insormontabili anche se aveste dalla vostra tutti i soldi del mondo.