Paura in Russia per l’esplosione che ha interessato la base militare di Nenoksa. Il sinistro, risalente ormai allo scorso 8 agosto, non è ancora stato chiarito dal Governo russo nelle sue dinamiche.

D’altra parte, le indagini svolte sugli isotopi radioattivi rilasciati a seguito dell’incidente – che è costato la vita a 5 scienziati – hanno fornito qualche dettaglio in più sulla vicenda.

Esplosione in Russia: paura per una nuova Chernobyl

Naturalmente, la mancanza di informazioni ufficiali e la latitanza dei rappresentanti del Governo ha dato adito alle più disparate teorie su quanto avvenuto l’8 agosto presso una delle più importanti basi militari che si affaccia sul Mar Bianco, nella regione di Arkhangelsk.

Fortunatamente, lo scorso 26 agosto, ci ha pensato il servizio federale russo di idrometeorologia e monitoraggio ambientale Roshydromet a chiarire quali possano essere state le cause dell’esplosione. Questo è potuto avvenire sulla base delle analisi effettuate sugli isotopi radioattivi emessi e diffusisi nelle regioni circostanti.

Secondo quanto riportato, benché il livello di radiazioni sia stato “solo” 16 volte superiore alla norma (nel disastro di Chernobyl la quota saliva a 7000 volte rispetto alla norma), la tipologia di isotopi radioattivi riscontrati nell’aria, nella pioggia e nei tessuti corrisponderebbe agli isotopi che si sarebbero diffusi dopo lo scoppio di un reattore nucleare. Si parla infatti di stronzio-91, bario-139, bario-140 e lantanio-140, nonché di cesio-137 nei tessuti della popolazione che abita il circondario.

Pertanto, l’ipotesi più accreditata sembrerebbe riguardare il test di un missile a propulsione nucleare, chiamato Burevestintnik dai Russi e Skyfall dalla NATO.

Al momento non ci sono maggiori informazioni per confermare queste ipotesi, ma le indagini proseguiranno senza sosta per ottenere la verità su quanto verificatosi ormai due mesi fa.

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