IPTV: adesso gli utenti rischiano davvero tantissimi, nel mirino anche Sky e Premium

Parlando di IPTV, una nuova moda diffusa tra gli utenti di Internet è la possibilità di guardare comodamente seduti davanti al computer i canali televisivi. Ci riferiamo a quelli trasmessi dalle emittenti nazionali, Rai e Mediaset, ma purtroppo non solo loro.

Facciamo un attimo un passo indietro: IPTV è il protocollo internet che consente la visione di canali normalmente destinati ad apparecchi televisivi su computer desktop o portatili o tablet, premessa essenziale è l’aggiunta che consente di vedere contenuti STREAMING, ovvero real-time, ovvero in diretta, non contenuti ON DEMAND.

La differenza tra i due servizi è presto detta, un contenuto in streaming è un contenuto che è trasmesso e visibile a tutti in quel momento, un contento on demand è un contenuto che invece è disponibile su richiesta e quindi previa sottoscrizione di opportuno abbonamento al servizio.

Come si può facilmente notare, i contenuti streaming sono relativamente legali, spesso sono le emittenti stesse che pubblicizzano sui rispettivi siti internet ufficiali la possibilità di vedere i canali in questo modo; i contenuti on demand invece sono diritto delle Pay Tv che malvolentieri rilasciano queste autorizzazioni per evidenti motivazioni.

Le liste IPTV e come vengono diffuse tra gli utenti

Alcuni individui, sfruttando la diffusione dell’IPTV, creano vere e proprie liste contenenti URL grazie ai quali è possibile per l’utente vedere anche i contenuti Pay TV, pagando però una modica cifra, spesso poche decine di euro, al venditore di queste liste. In altre parole, viene venduto da terzi un servizio di proprietà non esclusiva.

Si configura il reato di truffa perché, a fronte di un corrispettivo pagamento in denaro, non è garantita ovviamente la possibilità di ricevere il servizio per il quale si è pagato, dato che la Guardia di Finanza e la Polizia Postale sono sempre alla ricerca (e oscuramento) di questi URL.

Vi starete chiedendo come mai una persona scelga di pagare un perfetto sconosciuto per vedere la Pay Tv semi-gratis invece di pagare l’emittente per una trasmissione di qualità e originale: beh, il motivo è prettamente economico.

L’emittente ha un abbonamento con un costo notevolmente superiore, Mediaset Premium ad esempio parte da circa 30 euro mensili per un pacchetto base, Sky è allineata sempre con un pacchetto base ma richiede anche altri oneri, in questo caso con una spesa una tantum abbiamo il nostro pseudo-abbonamento, magari a Premium e Sky contemporaneamente.

Purtroppo, ciò che sembra bello spesso nasconde grosse insidie, il nostro caso non è da meno. Recenti sentenze della Cassazione infatti sono state piuttosto dure sia con il responsabile della vendita di queste liste IPTV sia con gli utenti che sono stati individuati come fruitori: tutti condannati al versamento di una sanzione pecuniaria piuttosto corposa oltre ad una pena detentiva, per violazione delle leggi sul Copyright.

Tutto questo dovrebbe farvi riflettere circa i pericoli che potete correre se mai decideste di approfittare di un singolo servizio fuori dalla rete ufficiale per risparmiare pochi euro, sia perché vi affidate a malintenzionati che potenzialmente vi possono vendere in partenza URL non funzionanti, sia perché rischiate di pagare loro e anche una salatissima multa che potrebbe farvi rimpiangere il mancato abbonamento a Mediaset Premium oppure Sky.

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