Internet inconscio
Internet inconscio

Internet vive dei nostri ricordi. Una sorta di memoria virtuale, sicuramente meno labile di quella umana poichè non legata allo sbiadirsi di alcuni ricordi lasciati dal tempo ed immune al logorio dell’età. E sono proprio i ricordi, quelli che ostinatamente siamo convinti di aver cancellato dal web, a rimanervi custoditi. Lo confermano gli scienziati e i numerosi studi da essi eseguiti sullo straordinario legame che unisce l’uomo al mondo virtuale.

Lo definiscono “inconscio collettivo” quello strano spazio in cui vengono a essere stipati ricordi, nozioni e informazioni. Una memoria che rimane “chiusa”, ermetica ed impenetrabile ai motori di ricerca. Quel che è stato scritto, infatti, e successivamente cancellato, non viene completamente perduto. Affatto. Al contrario, rimane impresso in una memoria virtuale. E che può essere rimesso online al momento giusto, nel posto giusto.

Nulla è completamente perso, dunque. E di questo starebbero trattando ricercatori provenienti da tutto il mondo, riuniti come ogni anno in occasione dell’International World Wide Web Conference, un meeting scientifico e accademico che si concentra proprio sulle future evoluzioni del Web e che, quest’anno, si tiene a Firenze.

Il Web discusso dagli studiosi, quindi. E che “quest’anno sarà una sessione orientata alla conoscenza della Rete, nella quale umani e cose si stanno collegando e dialogano in tempo reale“, spiega Daniel Schwabe, professore all’Università Cattolica di Rio de Janeiro. Opinioni contrastanti, in merito. Come ogni cosa riguardi il Web. Infatti, tutti i dati condivisi in Internet sono strettamente legati a timori relativi ad un altro tema scottante, quello della privacy. Cosa fare, allora? Cancellare definitivamente qualsiasi cosa ci riguardi una volta presa la decisione di voler “scomparire” o creare una memoria virtuale, persistente ma irrintracciabile?

Seguendo i dettami della filosofia del superfluo oggi, ma determinante domani, le opinioni si dividono. “È un dibattito non solo suggestivo ma di importanza decisiva per la Rete“, commenta Aldo Gangemi, dell’Istituto di Scienze e tecnologie della cognizione del Cnr. “Ciò che decideremo oggi si ripercuoterà inevitabilmente sul futuro. Come già accaduto con gli sviluppi del Web che sta diventando l’Internet delle entità, ovvero uomini e cose collegati in un grande ipermedia“.

Tutto ciò ha il sapore, pressoché agghiacciante, di immortalità virtuale.

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