SkySembra una moda ma in realtà è solo un adeguamento alla legge 172/2017 il ritorno alla fatturazione mensile dei maggiori servizi a pagamento tra cui rientra anche Sky. Le mensilità previste passeranno dalle attuali 13 a 12, tuttavia il costo annuo non subirà modifiche e neanche il listino prezzo per i consumatori. L’unica conseguenza all’ adeguamento sarà un incremento del 8,6 % su ogni mensilità per recuperare in qualche modo la tredicesima persa.

Sky tuttavia a differenza delle altre società non ha alcun modo previsto un recesso senza penali per il 2018 e si suppone che ormai la decisione resti questa. Gli osservatori più attenti però, hanno notato che tale diritto di recesso, Sky senza penali lo aveva offerto in autunno in totale trasparenza comunicandolo ai clienti sul proprio portale internet.

Come si delinea dal bilancio del 2017 a Sky in Italia le scelte prese sia per quanto riguarda il diritto di recesso senza penali sia per il passaggio a 12 mensilità ha portato una perdita sul fatturato notevole in seguito alla disdetta o al rifiuto di rinnovo da parte di più di 16’000 abbonati. A dire di molti opinionisti il calo significativo si ha nel bilancio del 2018 dove ormai tutti i clienti ne saranno a conoscenza per mezzo dell’aumento che si ritroveranno in mensilità.

Sky, la fatturazione mensile è alle porte

Quando avranno cadenza quindi le prossime date delle bollette del 2018? Inanzitutto Sky per la la fatturazione mensile aspetterà il 1 aprile del 2018, nel frattempo le date di addebito sono di cadenza ogni 28 giorni. L’unico dato che ogni cliente Sky deve sapere che già è presente sul portale internet o comunque su qualsiasi comunicato ufficiale del colosso della TV sarà quello di ricevere un ultima fattura relativa al periodo che intercorre dal 14 marzo 2018 fino al 28 marzo 2018, questo escamotage è posto in essere in modo tale da far coincidere la fatturazione mensile a decorrere del 1 aprile 2018.

Le opinioni dei clienti ricadono negativamente sulla popolarità del colosso della tv a pagamento. Tutto questo si poteva evitare? Nulla da dire sulla trasparenza adottata da Sky fin dall’autunno per quanto riguarda il suo adeguamento alla L. 172/2017, ma molti si domandano il perché non abbia previsto il diritto di recesso senza penali anche per il 2018 e soprattutto conviene perdere 16’000 abbonati per questa scelta? Solo il tempo potrà rispondere a queste domande ciò che resta certo che più avanti si andrà nel tempo e maggiore saranno le conseguenze economiche che andranno ad incidere sulle famiglie che hanno un reddito di bassa/media fascia che per rilassarsi dinanzi alla TV nei momenti di relax per vedersi partite di calcio o sport in generale, serie Tv, documentari o dei semplici cartoni di intrattenimento per i più piccoli sono costretti sempre a pagare di più facendo arricchire i grandi colossi della pay tv che guardano solo alle loro tasche.

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