Commodore PET: l’intervista a Massimo Canigiani

Il volto dei veri imprenditori italiani che lavorano sodo e con onestà portando avanti idee per riuscire a sfondare in un mercato difficile.

commodore

Abbiamo avuto il piacere di poter discutere con Massimo Canigiani – CEO e Co-founder di Commodore – di Commodore Pet, smartphone Android lanciato sul mercato il 21 luglio e che riporta in auge lo storico marchio registrato a Londra dallo stesso Canigiani e dal socio (amico) Carlo Scattolini.

Più che una vera e propria intervista, la nostra è stata una chiacchierata tra due appassionati di tecnologia e, in particolare, di smartphone che si trovano, per motivi di lavoro, a vivere in modo diverso l’approccio con i device ed il mercato. Pur da posizioni differenti il nostro sguardo volge nella stessa direzione, quella di portare gli utenti a conoscenza di nuovi prodotti che nel caso specifico è il tanto chiacchierato Commodore Pet.

Poiché non si tratta di una classica intervista non riporterò le domande e le risposte del mio interlocutore come avviene in questi casi. Tenterò di riportare lo spirito del colloquio, quello stesso spirito che trasudava da un imprenditore che, è evidente, ci tiene molto al progetto che ha intrapreso e sta portando avanti. Ci tiene talmente che il viso cambia alla mia prima domanda: perché in Italia ci sono sempre tanti detrattori quando si vuole realizzare qualcosa di concreto?

La risposta è stata lunga e articolata e le parole di Canigiani si possono riassumere in “poca classe”, è stato un signore. Ma quello che mi ha colpito di più è stata la passione che scaturiva dalle sue parole, dimostrazione che ciò che sta cercando di portare avanti non è solo un’operazione legata al denaro e ai profitti, ma qualcosa in cui crede veramente.

Commodore è un’azienda che produce smartphone e l’obiettivo è vendere, su questo non c’è dubbio. Ma proprio per questo l’impatto con la passione dell’imprenditore è stato ancora più forte. Nulla a che vedere con tentativi mendaci di marketing di altre aziende che parlano molto ma che alla fin fanno poco o niente di concreto. Commodore, invece, sembra essere di tutt’altra pasta facendo parlare i fatti e la dimostrazione è uno smartphone messo in vendita quasi subito dopo la presentazione del marchio ai media.

Un’altra domanda che ho posto al CEO di Commodore riguarda proprio la disponibilità del Commodore Pet. Infatti, dal momento dell’acquisto all’arrivo a casa ci vogliono fino a 35 giorni (come chiaramente indicato sul sito) a seconda del modello scelto, quello da 16GB + 2GB o da 32GB + 3GB. Il motivo è semplice. Commodore è una start up proprio come lo sono altre ben note e che hanno “giocato” con gli utenti in modo molto diverso. In questo caso per non creare fondi di magazzino bisogna attendere un mese però si ha la certezza di riceverlo.

Naturalmente, il brand è noto ai nostalgici degli 8bit su cui ha sicuramente attecchito all’istante, ma anche ai più giovani il dispositivo piace per le caratteristiche tecniche e per le linee pulite. Per questo motivo secondo Canigiani non c’è un solo target di riferimento, il device può trovare fan tra utenti di tutte le età.

Durante la nostra piacevole chiacchierata ho parlato poco o niente delle caratteristiche dello smartphone in quanto è praticamente impossibile esprimere un parere su qualcosa che non si è mai avuto modo di provare. Le caratteristiche tecniche possono dare solo l’idea di quello che può essere uno smartphone, poi la prova sul campo è tutt’altro paio di maniche.

Però, sono due le informazioni che sono venute fuori ugualmente: la microSD esterna può funzionare come storage predefinito; le suonerie sono tutte originali e registrate alla SIAE, realizzate dal dj Alessandro Schifani.

Dopo questa prima fase iniziale di vendite da Commodore arriverà altro, per il momento si tratta ancora solo di idee, ma la volontà di proseguire sulla strada intrapresa c’è tutta. L’azienda sembra essere in ottime mani.

A questo punta “l’intervista” si è conclusa con una promessa, quella di mettere le mani sul Commodore PET molto presto e il sottoscritto non vede l’ora. Per il momento resta la certezza di aver potuto conoscere una persona interessante che mette molta passione nel lavoro che fa perché gli piace farlo.

Il CEO di Commodore mette ardore nelle sue parole, un ardore trasparente, limpido che dimostra una sostanziale differenzia con le distanti e fredde aziende del settore con cui, sia noi media che gli utenti/acquirenti/appassionati del mondo Android e degli smartphone in generale, hanno a che fare ogni giorno. A Massimo Canigiani non possiamo che augurare il meglio come uomo e come imprenditore.

Bentornata Commodore.

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