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Nel corso delle ultime tensioni tra Apple e le autorità cinesi, l’azienda tecnologica statunitense ha deciso di rimuovere le applicazioni di messaggistica WhatsApp e Threads di Meta Platforms dal suo AppStore in Cina. Questa decisione è stata presa in seguito a un ordine proveniente da Pechino. Il quale ha invocato ragioni di sicurezza nazionale per giustificare tale mossa. Altre app come Facebook, Instagram e Messenger, sono però ancora disponibili per il download. Anche se la rimozione delle due piattaforme sopra nominate ha suscitato preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e alla privacy degli utenti.

L’addio a WhatsApp e Threads

Secondo quanto riportato dalla Cyberspace Administration of China, organo di controllo cibernetico del paese, l’eliminazione di WhatsApp e Threads, come già detto, è stata richiesta a causa di timori legati alla salvaguardia della nazione stessa. Apple ha confermato di aver ricevuto il comando e di essere stata obbligata a rispettare tale imposizione dei luoghi in cui opera. Anche se non si trova a concordare necessariamente con essi. Un evento del genere porta a galla importanti interrogativi relativi al ruolo delle grandi aziende tech nei confronti di questioni come la censura e il rispetto delle normative locali. Soprattutto in paesi con regimi autoritari come appunto quello cinese. La società della grande mela ha sempre sostenuto di difendere la privacy dei suoi utilizzatori. Di conseguenza la sua decisione di conformarsi agli ordini del governo orientale solleva dubbi sulla sua coerenza e sui suoi principi etici. Valori che ha sempre portato avanti.

La rimozione delle due applicazioni potrebbe anche avere ripercussioni sulle relazioni commerciali tra le due realtà coinvolte. Ed è inutile dire che il mercato orientale rappresenterebbe una perdita significativa per il colosso americano. Così se da un lato la conformità a tali richieste potrebbe garantire un accesso continuato al mercato, dall’altro rischierebbe di compromettere la sua reputazione a livello globale e danneggiare la fiducia dei consumatori nei suoi confronti. Ma non è tutto. Nel peggiore dei casi questa situazione potrebbe spingere altri governi autoritari a richiedere misure simili. Aprendo la strada a una maggiore censura e controllo delle comunicazioni online. Insomma, tutto ciò fa pensare all’importanza di diritti che da sempre consideriamo scontati. Come la libertà di parola, la sicurezza personale e il ruolo delle grandi realtà tecnologiche nel rispetto delle leggi nazionali. Una situazione complessa che non sembra vedere una risposta giusta senza una perdita importante.

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