Allarme per le Pay TV: IPTV in aumento entro il 2029L’industria pay TV sembra particolarmente preoccupata a causa di uno studio condotto da Digital TV Research nel Regno Unito. I risultati del rapporto riportano che entro il 2029 le IPTV potrebbero rubare alle piattaforme che offrono contenuti audiovisivi a pagamento una grande porzione di pubblico.

Basandosi su questa notizia è possibile ipotizzare che in Italia, entro quella data, le pay TV potrebbero perdere all’incirca 1,5 milioni di utenti. Quest’ultimi, infatti, potrebbero decidere di optare per sistemi di trasmissione che si basano su protocolli di tipo TCP/IP.

Previsto un calo di utenti per le pay tv?

I risultati proposti dallo studio del Digital TV Research accendono un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato. Secondo quanto dichiarato, infatti, sembra che si dovrebbe passare a circa il 53% entro il 2029 per l’uso di queste piattaforme digitali. Se dovesse effettivamente realizzarsi questo aumento delle IPTV potrebbe portare con sé una conseguenza pericolosa per il mondo dello streaming. Infatti, è ipotizzabile il verificarsi un aumento della pirateria online come il pezzotto.

È importante ricordare che la trasmissione tramite IPTV non rappresenta un reato nel settore delle reti. Il problema risiede nel suo protocollo che, negli ultimi anni, è stato continuamente utilizzato per proporre agli utenti online una lista di canali pay con abbonamenti pagati pochi euro. Questo utilizzo ha spinto molte Nazioni, tra cui anche l’Italia ad agire in tal senso per fronteggiare questo fenomeno.

Risultato di questi interventi è stata la piattaforma Piracy Shield nata con l’obiettivo di bloccare i siti accusati di pirateria entro 30 minuti. Collegato a questo provvedimento, l’AGCOM ha dichiarato che ci saranno multe per tutti gli utenti che faranno uso del pezzotto. Suddette sanzioni possono arrivare fino ad anche 5000 euro.

Questi interventi, così come i cambiamenti previsti e ipotizzati per i prossimi anni, dimostrano quanto fermento ci sia per l’intero settore delle pay TV e della fruizione dei contenuti audiovisivi online. Solo il tempo mostrerà se la previsione dello studio condotto nel Regno Unito porterà effettivamente a questi risultati e come cambierà il modo di fruire i contenuti digitali.

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