Rete elettrica in crisi in America: la colpa è dell’AI La disponibilità di energia, come previsto dal CEO di Sam Altman, emerge come una sfida critica per l’espansione dell’intelligenza artificiale (AI). Questo avvertimento si è concretizzato nel recente rapporto del Washington Post, che mette in evidenza il rischio di carenza energetica in vaste aree degli Stati Uniti. Questo deficit è attribuibile alla crescente richiesta di elettricità da parte dei data center, dei nuovi impianti industriali, delle pompe di calore e delle auto elettriche. Tale aumento della domanda sta mettendo sotto pressione le infrastrutture elettriche locali, spesso obsolete, rendendo necessarie soluzioni per modernizzare la rete nazionale.

Rete elettrica in crisi

La Georgia, ad esempio, sta già registrando livelli record di domanda energetica dall’industria, che si prevede aumenterà di 17 volte nel prossimo decennio. Allo stesso modo, l’Arizona Public Service prevede un sovraccarico della capacità di trasmissione energetica entro la fine del decennio senza significativi aggiornamenti infrastrutturali. Anche la Virginia del Nord affronta sfide simili, con la necessità di una capacità energetica equivalente a diverse centrali nucleari per servire i numerosi nuovi data center in fase di pianificazione e costruzione.

Il presidente della Georgia Public Service Commission, Jason Shaw, esprime preoccupazione per questa situazione, definendola “sconcertante” e sollevando interrogativi sulle proiezioni errate e sulle sfide senza precedenti che si presentano.

L’accelerazione dell’innovazione nell’AI ha portato non solo alla costruzione di enormi data center, ma anche di fabbriche per la produzione di semiconduttori, mentre il cryptomining continua a proliferare negli USA. Questa crescente domanda energetica sta creando congestionamenti lungo le reti elettriche esistenti, suscitando domande su chi debba sostenere gli investimenti necessari per garantire l’approvvigionamento energetico.

La situazione attuale minaccia anche di ostacolare la transizione verso fonti energetiche più pulite. Infatti, i gestori dei servizi pubblici spingono per ritardare la chiusura delle centrali a combustibili fossili e aprirne di nuove. Ciò ha già portato al ritardo nella dismissione delle centrali a carbone in diversi Stati.

Da problema a risorsa?

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, i data center negli Stati Uniti hanno consumato oltre il 4% dell’elettricità totale nel 2022. Una percentuale che sembra essere destinata a salire al 6% entro il 2026. Questo aumento della domanda energetica minaccia la transizione verso fonti energetiche più sostenibili.

Le grandi società stanno competendo per località con infrastrutture energetiche robuste, causando un aumento vertiginoso dei prezzi dei terreni. In Georgia, ad esempio, Georgia Power ha identificato i data center come la principale causa delle difficoltà nella rete elettrica. Questo ha portato i politici locali a valutare la riduzione degli incentivi per l’insediamento di nuovi centri tecnologici.

La situazione è quindi complessa e richiede un approccio bilanciato. Mentre il governo federale e i singoli Stati si impegnano per sostenere la transizione verso un’energia più pulita, devono anche affrontare le crescenti richieste energetiche generate dagli investimenti in nuove tecnologie. Aziende come Microsoft stanno esplorando opzioni come l’energia nucleare per soddisfare il fabbisogno energetico crescente.

Le grandi aziende tecnologiche stanno cercando di trasformare l’AI da un problema a una risorsa, utilizzandola per ottimizzare l’efficienza delle reti energetiche. Questo però è un processo che richiederà tempo e sforzi significativi.

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