Razzo nucleare inattivo trovato in un garage americano

Gli Stati Uniti, come purtroppo sappiamo, sono uno dei Paesi al mondo dove il controllo delle armi è poco regolamentato. Il diritto di ogni cittadino di possedere un’arma è difeso e legittimato dal Secondo Emendamento, presente nella Costituzione americana.

Questa legge è fonte di numerosi dibattiti da anni, con il sostegno di diverse associazioni, nate proprio per perorare la causa. Permette a chiunque di possedere un’arma da fuoco è estremamente pericoloso, e i molteplici omicidi e stragi di massa che avvengono quotidianamente nella Nazione ne sono la prova.

Nonostante le Forze di Polizia americane siano avvezze a trovare armi nelle abitazioni private, la chiamata che hanno ricevuto nei giorni scorsi ha shockato anche loro.

USA, segnalato un razzo nucleare in un’abitazione privata

Qualche giorno fa gli Stati Uniti d’America sono stati sconvolti da una notizia davvero inaspettata.

Il museo dell’aeronautica di Dayton, in Ohio, ha segnalato alla Polizia la presenza di un razzo nucleare in un garage di un’abitazione privata nello Stato di Washington. Il museo è stato contattato dai nuovi proprietari della casa che volevano donare alla struttura il pericoloso cimelio bellico.

La Polizia e gli artificieri sono subito intervenuti per accertarsi della presenza e dell’eventuale pericolosità del razzo, e hanno fatto una scoperta sorprendente.

Il razzo nucleare, ormai arrugginito, era un Douglas AIR-2 Genie, un ordigno aria-aria non guidato che veniva utilizzato per trasportare le testate nucleari. Il missile in questione era però sprovvisto sia di testata che di carburante, il che lo rendeva fortunatamente innocuo.

Questa tipologia di razzi venivano utilizzati durante la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, il cui periodo storico si è esteso dal 1947 al 1991.

Questa bizzarra storia ha però un lieto fine: ”dal momento che l’oggetto era inerte e l’esercito non ne ha richiesto la restituzione è stato lasciato al vicino perché lo restaurasse per esporlo in un museo”. 

 

 

 

 

 

 

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