Titan, i retroscena della catastrofe del sommergibile, qualcuno sapeva

Giorno dopo giorno arrivano sempre più notizie in merito a quello che è accaduto al sommergibile Titan, imploso tragicamente nell’Oceano Atlantico.

Sono già arrivate le precisazioni necessarie a far capire cosa è realmente accaduto, ma continuano a venire fuori nuovi dettagli in merito alle ultime ricostruzioni. A quanto pare erano tanti gli esperti ad aver messo in guardia OceanGate, società proprietaria del sottomarino, in merito alle possibili criticità che l’avventura avrebbe potuto presentare.

Effettivamente il viaggio di esplorazione esclusivo per le cinque persone che hanno perso la vita, si è poi trasformato in una vera e propria missione suicida. La somma di 250.000 dollari cadauno, avrebbe garantito ai 4 passeggeri, guidati da Stockton Rush, fondatore e amministratore delegato della OceanGate Expeditions, un viaggio a 3800 metri di profondità per scrutare da vicino quel che resta del Titanic.

Il Titan era una trappola mortale: avvertimenti ripetutamente ignorati da Rush

Titan, i retroscena della catastrofe del sommergibile, qualcuno sapeva

Secondo le ultime informazioni, Rush avrebbe ignorato più volte gli avvertimenti da parte di alcuni esperti. Questi ritenevano il suo sommergibile Titan una vera trappola mortale che prima o poi avrebbe ucciso qualcuno.

Effettivamente è quel che poi è accaduto: il sommergibile è imploso il 18 giugno uccidendo all’istante l’equipaggio, compreso Stockton Rush. La forte pressione dovuta alla discesa in profondità avrebbe comportato il cedimento dello scafo in fibra di carbonio, procurando agli occupanti una morte pressoché istantanea.

Alcune voci parlano dell’incuranza da parte di Rush e dello staff di OceanGate riguardo agli avvertimenti, i quali venivano interpretati come insulti personali. Contrariamente a tutto ciò però il disastro è poi avvenuto ma avrebbe potuto essere evitato ascoltando chi di dovere: gli esperti parlavano della concreta possibilità di implosione già tempo addietro.

OceanGate inoltre non avrebbe provveduto al processo di certificazione riconosciuto dal settore per la progettazione, la fabbricazione e il collaudo del sommergibile. Il triste epilogo ha dato ragione a chi aveva fatto scattare il campanello d’allarme.

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