IPTV addio, chiuse le piattaforme e provvedimenti durissimi in arrivo

Nonostante il campionato sia finito ormai diversi giorni fa, non si perde mai occasione per parlare della Serie A. Questa volta però lo si fa in chiave futura, visti i tanti problemi che purtroppo caratterizzano la trasmissione degli eventi. Tutto questo è diventato di ordinaria amministrazione, dal momento che le istituzioni hanno intrapreso una vera e propria crociata contro quelle che sono le IPTV. La pirateria, utilizzando questo metodo di trasmissione, è riuscita a diffondersi in pochissimo tempo in Italia e in giro per l’Europa, ma questo ormai è accaduto diversi anni fa.

Oggi ci sono forme estremamente avanzate di IPTV, con piattaforme che vengono pagate pochi euro al mese offrendo davvero tutto. Gli utenti però sono inconsapevoli di tutte le problematiche a cui vanno incontro, le quali potrebbero diventare ben presto note viste le decisioni prese in sede decisionale dagli organi preposti.

 

IPTV: ora si arriverà alle multe e al carcere

Tutti coloro che dovessero essere beccati nel futuro prossimo ad utilizzare una soluzione illegale per guardare eventi Pay TV, potrebbero incorrere in gravi sanzioni. Si parla di migliaia di euro all’interno delle proposte inoltrate.

I gestori del servizio potrebbero invece finire direttamente in carcere per un periodo dai sei mesi ai tre anni.

Queste sono le parole da parte di Federico Bagnoli Rossi, attuale presidente della FAPAV che ha ribadito quanto sia grande il problema:

“La pirateria online è un fenomeno che danneggia non solo i titolari dei Diritti di Proprietà Intellettuale, ma anche la società nel suo insieme, compromettendo la qualità e la varietà dei contenuti culturali e creativi che arricchiscono il nostro patrimonio. Per questa ragione è necessario uno studio costante per comprendere le dimensioni, le cause e le conseguenze del fenomeno. La pirateria online, infatti, non solo vìola il Diritto d’Autore e la privacy, ma danneggia l’economia e la qualità dei contenuti favorendo le organizzazioni criminali”. 

 

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