Gli incentivi italiani per i veicoli elettrici sono stati oggetto di discussione per diversi anni, ma non hanno ancora avuto l’effetto sperato di aumentare il numero di auto elettriche sulle strade italiane. Mentre gli incentivi per le auto termiche si sono esauriti rapidamente all’inizio del 2023, quelli per gli EV sono stati per lo più sottoutilizzati. Perché?

Francesco Naso, responsabile di Motus-E, il primo gruppo italiano a favore dell’elettrico, ha cercato di rispondere a questa domanda. Secondo lui, i fondi per incentivare la mobilità elettrica ci sono, ma non riusciamo a sfruttarli a causa dell’inefficacia degli incentivi concessi negli ultimi anni dalle amministrazioni italiane.

Le sfide che ostacolano l’Italia

Il 2022 è stato un anno di boom per i veicoli elettrici, ma l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei. Il sistema di incentivi gioca un ruolo evidente nel spiegare perché in Germania circolano un milione di veicoli elettrici e in Italia appena 68.000.

Uno dei grandi problemi è che l’Italia è l’unica grande nazione europea a incentivare l’acquisto di auto endotermiche, che già costituiscono il segmento primario del mercato. Infatti, l’ecobonus riguarda proprio le auto a benzina e diesel. Il secondo grande problema è che il governo ha fissato a 35.000 euro il prezzo massimo di un veicolo elettrico che può beneficiare degli incentivi.

Considerando che il prezzo base di un veicolo elettrico è superiore di circa il 25% rispetto a quello di un veicolo endotermico, questa restrizione sembra eccessiva. Inoltre, gli incentivi attuali sono validi solo fino a dicembre 2022 e la piattaforma per accedervi è stata resa disponibile solo a febbraio 2023, creando una situazione di incertezza per i consumatori.

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