DVB-T2 interferenze

L’implementazione dello standard DVB-T2 e dei futuri servizi 5G richiede una revisione del sistema di ricezione TV. Compito dell’installatore è anche valutare la sostituzione del cavo coassiale con uno di qualità adeguata, al fine di evitare interferenze fastidiose.

Con la chiusura dello standard DVBT, una porzione della banda UHF è stata ceduta agli operatori telefonici. Si tratta della banda 700 MHz che nei prossimi 2-3 anni sarà interamente dedicata in tutta Europa ai servizi 5G. I canali UHF dedicati ai servizi 4G/5G si estenderanno quindi da 50 a 69.

Questo fatto porta in primo piano l’attenuazione della schermatura di un sistema di ricezione e, soprattutto, quella del cavo coassiale utilizzato per il cablaggio.

Da decenni si parla dell’importanza di scegliere cavi e connettori di qualità per ottenere affidabilità nel tempo, anche in condizioni critiche soprattutto considerando il loro basso costo rispetto al costo totale del sistema.

Bisogna valutare bene quale cavo scegliere

Un cavo coassiale di qualità si distingue per la sua capacità di attenuare leggermente il segnale, ma con i segnali interferenti delle stazioni 5G/4G, il cavo assume un ruolo determinante per evitare che le interferenze raggiungano il conduttore interno.

Per evitare questo, gli eventuali cablaggi che saranno effettuati tra antenna ricevente e quadro, devono essere realizzati con un cavo coassiale come il DG100 e DG113 con efficienza di schermatura in classe A+ o, anche nella più casi difficili con RP 913B, in classe A++.

Questo perché è fondamentale garantire al sistema di ricezione la massima protezione dai segnali 5G/4G presenti e futuri, non potendo sapere in anticipo a quale distanza e con quanta potenza trasmetterà la stazione radio accanto al sistema. Gli edifici in teoria offrono già una piccola schermatura: a patto che la stazione radio base non sia posizionata sullo stesso tetto dell’edificio o in prossimità di esso: in quel caso si può optare per un cavo tipo DG 70 o DG 80.

FONTEwww.cavel.it
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