In una recente intervista, rilasciata a Money.it, il Professor Bassetti parla del vaiolo delle scimmie. I casi nei prossimi 15 giorni potrebbero aumentare significativamente.
Vaiolo delle Scimmie, Bassetti: Virus già noto ma occorre attenzione
Il professor Bassetti ha rilasciato un intervista al Money.it, dove ha parlato del vaiolo delle scimmie.
Il Virus non è nuovo alla comunità scientifica e la risposta sanitaria in caso di necessità deve essere pronta ed efficace.
Al mondo il 50% delle persone è vaccinato contro il vaiolo classico. Anche se premuturo parlare di campagna vaccinale, la strategia dovrebbe prevedere l’inoculazione per sanitari giovani e popolazione fragile.
A differenza del vaiolo umano, che ha un mortalità del 30%, quello delle scimmie è molto più blando con solo l’1% di casi nefasti.
L’incubazione è molto lunga, più delle prime varianti covid, arrivando anche a esordire dopo 15 giorni dal contatto.
Inizialmente il virus era capace di trasmettersi da animale a uomo, ma ora ha acquisito la capacità di infettare tra uomo e uomo.
Difficilmente si potrà risalire al cluster iniziale, ma per ora sono noti solo due focolai esplosi alla sauna di Madrid e al Gay Pride di Gran Canaria.
I sintomi sono aspecifici e possono riguardare febbre, dolori muscolari, spossatezza, ma uno su tutti è sempre presente e si tratta di sfogo cutaneo localizzato simile alle pustole di varicella o sifilide.
In presenza di questi sintomi, al fine di non far dilagare il virus, occorre attuare una quarantena e contattare il medico curante.
Il contagio non è di facile trasmissione come nel Covid-19, ma avviene con contatti tra lesioni cutanee infette, scambi salivari, rapporti sessuali o una frequentazione stretta e continua.
Attualmente i casi in Italia sono 4, tutti in cura presso l’ospedale Spallanzani di Roma. I pazienti non sono gravi e vengono trattati curando i sintomi specifici insorti.
Il vaiolo delle scimmie si può presentare in forma blanda, non particolarmente aggressiva o sfociare in una forma severa che crea complicazioni polmonari e un coinvolgimento multiorgano.
Attualmente il vaccino, già disponibile, protegge dal contaggio per l’85% e quasi totalmente dalla malattia severa.