Kinder: ormai è troppo tardi, dopo Pasqua è emersa la terribile notizia sulla salmonella

Dopo Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Belgio, la salmonella nei Kinder è arrivata anche in Italia, e più precisamente in Emilia Romagna. In totale i casi accertati sono 150, tra cui anche un bambino di 12 anni.

Kinder: prosegue la corsa contro la salmonella, tutti gli aggiornamenti

Efsa e Ecdc nel dicembre 2021 scoprivano che in un serbatoio di latticello proveniente dal Belgio, si nascondeva un ceppo di salmonella. Decisero così di aumentare le misure igieniche, i campionamenti, i test dei prodotti e dell’ambiente di lavorazione. Dopo nuovi test negativi per il batterio, la produzione e la distribuzione dei prodotti proseguirono, ma la situazione sprofondò fino ad arrivare a quella che è oggi.

Giunti al 19 Aprile e superata la Pasqua, i casi infetti sono arrivati a 150 dai precedenti 134 (105 confermati e 29 in fase di accertamento). A

Tra i prodotti in pericolo vi sono il Kinder Sorpresa T6 “Pulcini”, il Kinder Sorpresa Maxi 100g “Puffi” e “Miraculous” (i lotti fino al L098L e come termine minimo di conservazione tutte le date fino a 21/08/2022). Pertanto se avete mangiato le uova Kinder GranSorpresa del mercato italiano, potete tirare un sospiro di sollievo in quanto prodotte in Italia ad Alba (CN). I prodotti realmente rimossi sono invece i Kinder Schoko-Bons, e nello specifico le confezioni da 46 e 125 grammi. In tal caso, come dicevamo, lo stabilimento di origine si trova ad Arlon, in Belgio e i prodotti rimossi hanno una scadenza compresa tra il 28/05/2022 e il 19/08/2022.

Se non ci credete, il report dell’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) vi farà cambiare idea: “Il focolaio è caratterizzato da una percentuale insolitamente alta di bambini di età inferiore ai 10 anni ricoverati in ospedale, alcuni con gravi sintomi clinici come dissenteria mista a sangue. Sulla base di interviste ai pazienti e studi epidemiologici analitici iniziali, sono stati individuati quale probabile via di infezione alcuni prodotti a base di cioccolato. I casi sono stati individuati mediante tecniche avanzate di tipizzazione molecolare. Poiché questa metodica di test non viene eseguita di routine in tutti i Paesi, è possibile che alcuni episodi non siano stati individuati”.

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