Il contraccolpo di social network come Facebook ed Instagram è sicuramente la perdita di controllo della privacy. L’argomento in ottica Meta è di rilevanza fondamentale dopo diversi processi e mandati di comparizione inoltrati all’attenzione di Mark Zuckerberg.

Le piattaforme sono state utilizzate per dare vita ad un database utile per il riconoscimento facciale da porre all’attenzione delle forze dell’ordine. Una sorta di album delle figurine con tutti i nostri volti. Nel mese di dicembre la discussa società ClearView Ai aveva annunciato agli investitori il prossimo obiettivo aziendale, ovvero quello di raccogliere altri 100 miliardi di foto oltre quelle già in suo possesso. Ma non è finita qui.

 

Facebook e Instagram aiutano gli investigatori con il riconoscimento faccialeFacebook occhio

Secondo quanto riportato dal Washington Post l’attività dell’azienda potrebbe estendersi con il supporto alle forze dell’ordine. L’attività di ClearView è inevitabilmente finita sotto il mirino delle associazioni e dei garanti per la privacy dei diversi Paesi convolti. La legalità di una simile azione resta infatti borderline violando palesemente i diritti dei singoli benché questi si spingano volontariamente alla pubblicazione delle foto.

La società si è giustificata apponendo la scusante dell’utilità bancaria ai fini del riconoscimento ma è chiaro che la violazione della privacy appare evidente. Ma non ci si ferma qui. La comagnia vorrebbe ottenere finanziamenti per mettere a punto complessi sistemi ausiliari per il risconoscimento dei luoghi dalle foto e per la catalogazione delle impronte digitali partendo da una semplice immagine.

Mentre Australia e Francia avevano richiesto espressamente la rimozione dei dati dei propri cittadini dall’archivio altri Paesi come Grecia, Italia, Canada e Regno Unito vietano espressamente questo genere di condotta. Per il momento l’attività dell’azienda non è soggetta al GDPR ma potrebbe esserlo presto. La giustizia farà presto il suo corso contro quello che sembra un vero e proprio sopruso alla nostra riservatezza.

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