Secondo le ultime statistiche, sembra che la “variante brasiliana” sia associabile ad una maggiore mortalità. Andando più nel dettaglio, tutto ciò riguarda in particolar modo la popolazione che va dai 20 ai 49 anni. Questa scoperta ha visto la sua pubblicazione sulla rivista MedRxiv, e sottolinea come il nuovo ceppo B11281 oltre ad essere maggiormente contagioso, è anche più mortale delle altri ceppi.
Lo studio effettuato con la Federal University of Parana e il Cincinnati Children’s Hospital Medical Center è andato ad analizzare ben 500mila casi di coronavirus nel Paranà e Brasile del Sud, con diagnosi effettuata nel febbraio 2021, quando la variante P1 (ossia quella brasiliana) è diventata a tratti endemica con una diffusione superiore al 70%, e durante gennaio 2021, quando la sua circolazione era minima o quasi assente. Lo studio effettuato, sottolinea tutte le fasce d’età della variante brasiliana, e pare si vada ad effettuare con una mortalità ancora più alta.
Covid: la variante brasiliana spaventa tutto il mondo
Pare quasi evidente che il tasso dei decessi sia aumentato vertiginosamente in pazienti che hanno un’età compresa tra i 20 e i 29 anni, e questo va a confermare alcune affermazioni che erano state fatte precedentemente, le quali dicevano che la variante P1 potrebbe essere non solo maggiormente contagiosa, ma anche più virulenta e patogena.
Giuseppe Lippi, direttore della sezione di Biochimica clinica nell’Ateneo di Verona, ha affermato che: “Pur preliminari, questi risultati suggeriscono la necessità di instaurare un sistema di monitoraggio costante della diffusione delle varianti di Sars-CoV-2 aggiungendo enfasi alla necessità di procedere celermente con le vaccinazioni, affinché si possa minimizzare il rischio che ceppi particolarmente virulenti, come il P1 o il B1351, quest’ultima la variante sudafricana, possano insorgere e diffondersi nella popolazione”.