Nvidia recentemente ha fatto molto parlare di se a causa delle decisione, a tratti storica, di porre un blocco sulle sue schede RTX, nel dettaglio la RTX 3060, per impedire ai miner di fare piazza pulita di schede, si tratta infatti di un lock software che in automatico, riconosciute le sequenze di algoritmi legate al mining, procedono dimezzando l’hash rate, portando dunque ad un calo del 50% delle prestazioni in termini di mining.
Restando in termini di prestazioni e schede video adoperate per il mining, a lungo si è dibattuto sull’eventualità che un mining protratto per troppo tempo, possa nuocere alla GPU portando negli anni ad un calo delle prestazioni accorciando la vita totale del prodotto, ebbene i ragazzi di Testing Games hanno deciso di dare una risposta, hanno infatti messo a confronto due RTX 2080Ti, la prima con oltre un anno e mezzo di mining sulle spalle e senza interventi di manutenzione mentre la seconda, nuova di zecca.
I risultati dei test
Ovviamente quale migliore palcoscenico di test per una GPU se non i videogiochi ? I ragazzi hanno dunque usato come benchmarks titoli come Cyberpunk 2077, Battlefield V e Forza Horizon 4, osservando risultati ben chiari, hanno infatti verificato che la scheda “mining” mostrava una media del 10% di prestazioni in meno rispetto alla controparte nuove, ma come si spiega questo calo ? La risposta è semplice, dal momento che la GPU è rimasta per circa un anno e mezzo H24 sempre accesa a svolgere operazioni di mining, non ha subito interventi di manutenzione dal punto di vista del sistema di raffreddamento, cosa che ha portato a temperature più elevate, obbligando il driver GPU Boost 4.0 di Nvidia, a dover abbassare la frequenza di esercizio di circa 100Mhz, il che spiega il calo di resa della scheda, non a caso gli Youtubers non hanno sostituito pad termici e dato una pulita alle ventole, cosa che probabilmente avrebbe riportato la scheda a prestazioni quasi identiche a quella nuova.