Continua incessantemente il battibecco tra Facebook e l’Australia per le leggi di quest’ultima. Nonostante i divieti iniziali imposti da Facebook, il gigante della tecnologia ha ceduto alle pressioni. Infatti, ha revocato la sua decisione di bloccare la piattaforma in Australia.

Il risultato è solo una piccola parte di una lunga battaglia in corso tra i fornitori di contenuti in tutto il mondo e le piattaforme tecnologiche che ne traggono profitto, con il primo che chiede al secondo di remunerarli adeguatamente. È stato necessario un confronto con i legislatori per stabilire un punto di riferimento per Facebook e gli altri social media affinché fosse possibile concordare come procedere.

L’Australia ha accettato alcune modifiche alla legge emanata inizialmente e ora entrerà in un periodo di mediazione di due mesi. Il tesoriere australiano ha affermato che valuterà se Facebook e altre piattaforme digitali come Google abbiano dato un “contributo significativo alla sostenibilità dell’industria dell’informazione” attraverso i vari accordi commerciali. La nuova legge potrebbe avere ramificazioni in tutti i Paesi al mondo che stanno cercando di imporre le proprie normative alla Silicon Valley.

Facebook ancora una volta contro l’Australia, continua senza sosta la diatriba

I piani per adottare una legislazione simile a quella proposta in Australia sono già in corso in Canada. Nel frattempo anche il Regno Unito è pronto a svelare nuove regole che “tentano di riequilibrare il rapporto tra editori e piattaforme online”. In Europa, funzionari e legislatori stanno attualmente redigendo nuove e radicali normative digitali che potrebbero essere influenzate dalla risoluzione della situazione di stallo in Australia.

“Guardando al futuro, l’approccio australiano su questo aspetto potrebbe fornire il modello ideale per il resto dei media, in più giurisdizioni”, ha affermato Chris Rossbach, manager del fondo J Stern & Co World Stars Global Equity. La proposta di legge australiana è stata oggetto di critiche. Il fondatore del World Wide Web Tim Berners-Lee ritiene che questa legge potrebbe rendere Internet “impraticabile“.

La decisione di Facebook di cedere e rinegoziare potrebbe aver placato tali preoccupazioni per ora. Tuttavia, è probabile che le implicazioni di questa distensione temporanea si ripercuotano ben oltre l’Australia. “La prossima mossa sarà seguita con attenzione dai Paesi di tutto il mondo”, dichiara Martin Garner, direttore operativo della società di analisi del mercato digitale CCS Insight. “Siamo a un punto della storia in cui i grandi giocatori del Web dovrebbero essere pienamente impegnati con i governi di tutto il mondo”.

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