Rete 6G: dopo il 5G arrivano gli ologrammi a grandezza naturale e non solo

Le critiche nei confronti della rete di quinta generazione non sono ancora terminate, ma si pensa già al 6G. Questa dovrebbe giungere entro il 2030 e farà impazzire tutti. Si parla di ologrammi a dimensione naturali e ‘Tera Economy’.

 

Rete 6G: l’arrivo della nuova tecnologia lascerà tutti senza parole

L’Europa, pronta a cimentarsi in una nuova scoperta, ha avviato il programma Hexa-X finanziato con 12 milioni di euro. Esso coinvolge 25 partner continentali tra cui Ericsson, Nokia, Intel e le università di Pisa Dortmund e Madrid. Si aggiunge anche il Politecnico di Torino. Hexa-X fa parte di Horizon 2020 e comprende la guida autonoma all’Internet of Things, dall’Industria 4.0 alla salute e benessere e all’intrattenimento. Trattasi di cose già viste con il 5G ma che, con il tempo, avranno sempre più bisogno di una rete ampia. Secondo gli analisti di Counterpoint Research il 6G darà vita alla cosiddetta ‘Tera Economy’ un’era in cui non regnerà più il concetto di gigabit, bensì quello di terabit (un Tera è pari a mille Giga).

“Un semplice ologramma 3D a grandezza naturale di tutto il corpo richiederà una larghezza di banda in Tbps per essere correttamente visualizzato – sottolineano gli analisti – con tecniche di compressione avanzate architettura 6G e capacità radio correlate dovremmo mirare a trasmettere questo ologramma ad alta risoluzione su un collegamento mobile. Ciò estenderà la realtà oltre lo spazio e trasformerà il modo in cui comunichiamo tra noi”. La nuova rete potrebbe arrivare addirittura con 2 anni di anticipo rispetto alla partenza stimata dall’Ue (per l’esattezza nel 2030).

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