Il disastro di Chernobyl è un incidente nucleare avvenuto nell’Unione Sovietica la mattina del 26 aprile 1986. Ad oggi rimane il più grande incidente della storia del nucleare civile che riporta conseguenze ancora attuali. Infatti, sembra che le colture che si trovano al di fuori della zona di esclusione siano ancora pericolosamente contaminate.
A riportare questa drammatica conseguenza dell’incidente nucleare di Chernobyl è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental International. Lo studio in questione riporta la firma di un team di elaboratori della Greenpeace dell’Università di Exeter e dell’Istituto ucraino di radiologia agricola. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi hanno analizzato varie piante di segale, grano, orzo ed avena. Durante le analisi, essi hanno trovato elevati livelli di stronzio 90 e/o cesio 137, entrambi isotopi radioattivi. Si parla di livelli che superano abbondantemente i limiti di sicurezza imposti dallo stesso stato ucraino e sono stati riscontrati in più della metà dei campioni analizzati dagli scienziati.
Oltre che le colture fuori dalla zona di esclusione di Chernobyl anche il legno sembra essere altamente contaminato. Infatti, proprio nelle ceneri del legno, i ricercatori hanno riscontrato elevati livelli di stronzio 90. I campioni delle colture analizzati sono stati raccolti dal 2011 al 2019 da vari campi di 13 insediamenti nel distretto di Ivankiv, una località che si trova a 50 km a sud dell’ex centrale e fuori dalla zona di esclusione.
Questa contaminazione riscontrata nel legno e nelle colture fuori dalla zona di esclusione di Chernobyl rimane ancora oggi un grande motivo di preoccupazione e merita l’esecuzione di ulteriori ed urgenti indagini.