Chernobyl: la città radioattiva diventerà patrimonio mondiale dell'Unesco?

Nessuno si sarebbe mai immaginato, ai tempi, di morire per via di una catastrofe nucleare improvvisa. Eppure ad oggi di Pripyat, la città vicina alla centrale di Chernobyl, è rimasto ben poco. Per questa ragione, ovvero incentivare quel luogo disabitato, Kiev vuole rendere i resti parte del patrimonio mondiale dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, scienza e cultura).

“L’area di Chernobyl è già un’attrazione famosa in tutto il mondo”, spiega all’Afp Maksym Polivko, 38 anni, guida professionista. “Purtroppo questo luogo non ha uno status ufficiale”, prosegue, sperando in una spinta per lo “sviluppo delle infrastrutture turistiche”.

 

Chernobyl: l’idea di Oleksandre Tkatchenko

A proporre un’idea simile troviamo il nuovo ministro della Cultura, Oleksandre Tkatchenko, in carica sei mesi dopo una lunga carriera in televisione. “È uno dei territori più emblematici dell’Ucraina” e va “preservato per l’umanità”, sottolinea l’uomo durante un’intervista all’Afp.

Ad oggi ciò che regna nel luogo desolato di Chernobyl è senza dubbio la natura, la quale ha stretto le strade con le sue erbacce e sommerso le case con i boschi ricchi di animali selvatici.

Lo scorso anno, il successo a livello mondiale della miniserie americana della HBO “Chernobyl” ha attirato una nuova generazione di visitatori. Anche per questo, la città aveva raggiunto nel 2019 il numero record di 124.000 turisti, contro i 72.000 dell’anno precedente. Purtroppo però la pandemia ha bloccato tutto. Le aspettative risultano essere piuttosto elevate, ad ogni modo il ministro insiste cercando di far capire ai visitatori che non si tratta di una “semplice avventura in territorio proibito”.

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