twitter-fake-news-like-condivisione-apk-android-11-xiaomiTwitter è stato multato per un bug che ha reso pubblici alcuni tweet privati. Ora più che mai siamo in un periodo in cui la violazione della privacy non è assolutamente tollerabile.

L’Irlanda, a causa di questo bug, ha inflitto all’azienda una multa di 450.000 euro per non aver segnalato rapidamente la violazione rilevata. Il problema interessa principalmente dispositivi Android, poiché la variante dell’app per il sistema Android sembra essere l’origine del problema. È la prima volta che una società statunitense viene multata ai sensi di un nuovo sistema di riservatezza dei dati istituito nell’UE. Presto potrebbero verificarsi molteplici casi similari in tutta Europa, inclusa l’Italia.

Il bug in questione pare risalga al 2019. L’Irlanda ritiene che sia impossibile chiudere un occhio difronte ad un anno di tempo per rimediare ad un problema del genere. Infatti, come già accennato, la sanzione è stata imposta poiché Twitter oltre ad infrangere le regole del GDPR non ha notificato in tempo la violazione. Sebbene le norme del nuovo GDPR siano entrate in vigore nel 2018, questa sentenza è stata la prima ad avvalersi di questa “risoluzione delle controversie” a distanza di due anni.

Twitter: multa in vista per il bug che ha reso pubblici i tweet privati degli utenti

Le regole implicano che uno Stato dell’UE può prendere delle decisioni in merito e successivamente consultarsi con altri membri dell’UE. Se qualcuno tra gli Stati si oppone alla sentenza iniziale, la decisione viene quindi passata al Comitato europeo, in tal caso sarà necessaria la maggioranza dei due terzi degli Stati. L’EDPB ha approvato la decisione iniziale del governo irlandese, il che significa che rimarrà in vigore, multa inclusa.

“Twitter ha lavorato a stretto contatto con la Commissione irlandese per la protezione dei dati (IDPC) per supportare le loro indagini”, afferma Damien Kieran, chief privacy officer di Twitter e responsabile globale della protezione dei dati. “Abbiamo un impegno condiviso per la sicurezza e la privacy online. Il provvedimento si riferisce ad un fallimento nel nostro processo di risposta agli inconvenienti. Una conseguenza imprevista”.

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